mercoledì 24 luglio 2019

Bio-on: "house of cards"?

Altra notizia di oggi molto interessante: Quintessential Capital Management ha accusato accusato Bio-On (ON:IM) di essere un castello di carte. Il titolo ha chiuso con una perdita di 10%.

La tesi di QCM (tutti i documenti, alcuni in anche in italiano, sono disponibili qui) è che Bio-On sia "uno schema concepito per far arricchire il management alle spalle degli azionisti, un’azienda solo all’apparenza di successo ma in realtà una bolla basata su tecnologia improbabile e con fatturato simulato grazie ad un network di scatole vuote”. [Tutti questi termini sono presi dal sito di QCM linkato qui sopra].

QCM è famoso per aver rivelato lo scorso anno la truffa di Folli Follie: anche il quel caso di trattava di falsi ricavi.

9 commenti:

  1. In tutta sincerità un 'investimento' all'AIM, non è, a mio modestissimo parere, una pratica da investitore "buon padre di famiglia" (come si usa dire). Basta andare a rileggersi il Plus del 2 Settembre 2017, pagina 12, alla Posta del Risparmiatore, l'articolo "Azionisti di Blue Note mettono in guardia dai rischi dell'AIM", e la relativa risposta di Borsa Italiana ....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. AIM ha regole più blande sui criteri di ammissione e sulla disclosure periodica, ma non c'è niente di intrinseco in AIM (o small-cap in generale) che le rende più pericolose e non adatte al "buon padre di famiglia".

      Certo, bisogna sapere quello che si fa e su AIM si fa più fatica a trovare informazioni ed opinioni, ma le truffe ci sono anche sulle large cap seguite da dozzine di analisti.

      Elimina
    2. Dott. Lombardo, questa volta mi trovo in completo disaccordo con Lei. Faccio il "copia ed incolla" di PARTE della risposta di Borsa Italiana all'articolo che avevo menzionato sopra:
      "Nella sezione Aim Italia non è mai qualificato come mercato regolamentato autorizzato da Consob, ma è espressamente descritto come Mtf (multilateral trading facility), la cui disciplina è contenuta in un apposito regolamento di Borsa Italiana, anch’esso disponibile per esteso sul sito e pubblicato separatamente da quello dei mercati regolamentati autorizzati da Consob.
      Aim Italia infatti non è contenuto nell’elenco dei mercati regolamentati italiani autorizzati da Consob e come tali iscritti, ai sensi dell’articolo 63, comma 2 del D.lg. 58/1998, nell’apposito elenco sul sito www.consob.it."
      Sarei curioso di sapere, ben inteso oltre Lei, quanti investitori all'AIM sono a conoscenza dei tale "particolarità". Poi si, concordo appieno con Lei che le truffe ci sono anche su Large CAP, ma andarsele proprio a cercare ? Ci sono segmenti del mercato MTA di Borsa Italiana su cui, se interessati a Small Cap si può puntare (mi riferisco allo STAR). Cordialità

      Elimina
    3. Ammetto di non essere un esperto sulle minuzie legali, ma come detto la grossa differenza è sulla periodicità e “qualità” delle informazioni che devono essere fornite al mercato. Che sia una borsa regolamentata o un MFT non fa grande differenza, se non per eseguire transazioni su grossi blocchi di azioni.

      Nel caso di Bio-On, una delle “accuse” è che il fatturato riportato sia fittizio (oltre ad altri trucchetti contabili): questo può accadere anche sui mercati più regolamentati. È ovvio che se le informazioni sono minori e meno frequenti, la possibilità di frodi è più alta. E concordo che l’investitore individuale, che non ha le conoscenze per capire i dettagli contabili di un business, non dovrebbe mai parteciparvi se si fa attrarre solo dalle promesse di futuro radioso del management.

      Elimina
  2. Non sono d'accordo che l'AIM sia un mercato più rischioso, certo è più illiquido, ma questo crea anche più occasioni. La differenza è data dalla capacità di selezione dei titoli, più che dal mercato di appaertenza.
    Non sono investito e non lo ero in Bio-On, tuttavia sono andato per curiosità a vedere il bilancio consolidato 2018, e in pochi minuti si può notare qualcosa di inusuale, ad esempio la scarsissima informativa su un incremento dei ricavi per €49 mln (quasi il 400%) e l'andamento anomalo delle poste di bilancio (crediti, partecipazioni in jv, cash flow). Questo, solo per dire che dove vi è puzza di bruciato, dai numeri i dubbi emergono e una persona ne sta lontano, indipendentemente se AIM o MTA o altro.

    RispondiElimina
  3. Se posso chiedere, ti sembrano così assurde le pratiche contabili adottate da Bio On?
    Riguardo al fulcro dell''"accusa", cosa ne pensi dello schema societario - le JV - i ricavi?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho letto solo il report del fondo ed il comunicato di risposta di Bio-On.

      Per una IP company è normale avere più JV per sviluppare progetti anche differenti. Il problema di Bio-On è che “sembra” che la quasi totalità del fatturato venga appunto da imprese collegate e non da vendite verso terzo parti. E che gran parte del fatturato non solo non sia stata pagato (è finita in accounts receivables), ma che la parte effettivamente pagata venga da somme fornite dalla stessa Bio-On.

      La risposta iniziale di Bio-On mi è sembrata un po' fumosa e focalizzata sulla “storia” anziché sui numeri: ai punti, per me per adesso vince il fondo.

      Elimina
  4. Secondo me dal punto di vista accounting le pratiche non sono "assurde". Tanto che primario auditor ha certificato il bilancio.
    Magari mi porrei il quesito se le jv sono da consolidare o meno. Perche se le consolidi i ricavi vengono meno. Sai, se te sei una società che compra licenze solo da me, le paghi (forse) con soldi che ti ho dato io, e come business devi sviluppare un mio prodotto, magari ti controllo....
    Il punto che cercavo di dire nel commento precedente era che a livello "consolidato" la società non fa ricavi vs terzi e ha circa 17/18 mln di PFN.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una delle accuse del fondo è che le pratiche non sono invece proprio a prova di bomba.

      Ad esempio: Bio Plants è controllata al 100% da Bio-On e nel 2018 ha avuto una perdita che ha portato il capitale sociale sotto il minimo di legge. Nel 2019 Bio-On ha provveduto a coprire la perdita, ma sulla base dei principi contabili avrebbe dovuto essere registrata anche nel bilancio 2018 di Bio-On, che non ha svalutato la partecipazione perché la perdita è stata “prontamente ripianata nel corso del 2019.” Questa è esattamente la motivazione che avrebbe dovuto portare Bio-On ad operare la svalutazione, e né i revisori né i sindaci hanno fatto alcuna osservazione.

      Purtroppo il mondo finanziario è pieno di primari auditors che si sono addormentati mentre revisionavano le società, o che hanno chiuso un occhio (a volte due) perché in conflitto di interessi…

      Detto questo, è vero che i principi contabili prevedono spesso ampio raggio di manovra: se Bio-On è solida e con prodotti interessanti e competitivi, si potrà riprendere in breve tempo.

      Elimina