mercoledì 1 ottobre 2014

Chartbook Q3

Chartbook Q3

6 commenti:

  1. Buongiorno,
    leggo sempre con interesse il tuo blog e ne apprezzo decisamente i contenuti. Volevo sottoporti un argomento non direttamente correlato con questo post, ma non ho trovato altro modo per un eventuale contatto.
    Mi interessava capire se hai sentito parlare dei bitcoin e quale idea o considerazioni ti sei fatto su questa ipotesi di nuova valuta. Consideri che, con il tempo, possa diventare qualcosa di più di un'esperimento e che possa realmente essere un'alternativa alla finanza corrente?

    Grazie e ancora complimenti.

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    1. Buongiorno, conosco Bitcoin ma non ne seguo da vicino l’evoluzione, principalmente perché non ho ancora capito come funziona (il famoso “minting” che limita la creazione di nuova valuta).

      Dal punto di vista della possibilità che diventi un’alternativa alle valute tradizionali ed alle azioni delle banche centrali (cripto-valuta) non ho un’opinione particolare: non credo che siano molte possibilità (basta vedere i casi recenti in cui sono “spariti” migliaia di Bitcoin nelle casse di un operatore: chi controlla cosa?), ma l’innovazione tecnologica è lì proprio per smentire questo tipo di affermazioni.

      Se invece la domanda è su Bitcoin come investimento, la mia risposta è più netta perché è esattamente l’opposto di quello che dovrebbe essere un investimento: non ha un valore intrinseco ed i movimenti del prezzo sono determinati solamente dall’euforia dei partecipanti.

      Se le interessa approfondire, FT Alphaville ha seguito da vicino la sua evoluzione con una serie infinita di articoli: http://ftalphaville.ft.com/tag/bitcoinmania/, compreso questo libro (BitCon: The Naked Truth About Bitcoin) che dovrebbe spiegare tutto…

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  2. Prima di tutto grazie per il suo blog davvero molto interessante. Negli ultimi 12-18 mesi trovare azioni con fondamentali appetibili [tra quelle comunemente accessibili] è diventato sempre più difficile. Il fatto che si sia rivalutato praticamente tutto e senza discriminazione non è affatto rassicurante per il futuro. A questo punto vale forse la pena di riflettere sull'alternativa tra il classico "vendi e pentiti" [quando mai si rivedranno prezzi simili?] oppure tenere ad oltranza a dispetto di qualsiasi crollo contando sperabilmente su utili/dividendi prodotti da società sane e solide. Ovviamente se si verificasse una terrificante vampata d'inflazione [per ora oltre l'immaginazione] stile fine anni '70 inizio '80 [CCT al 22%...] tutto ciò dovrà essere ampiamente ridiscusso.
    Grazie ancora.
    Michael M.

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    1. Grazie a lei

      Quando dice “trovare azioni con fondamentali appetibili è diventato sempre più difficile” penso intendesse dire “valutazioni più appetibili”: aziende con fondamentali solidi ce ne sono ancora moltissime, solo che non trattano alle valutazioni del 2008-2009.

      È vero che molti mercati sono sopravvalutati, ma non scommetterei su un loro crollo imminente né significativo (-50% per intendersi): le mie scelte non sono basate su previsioni di dove saranno i mercati o i tassi d’interesse tra sei mesi. E soprattutto, se dovesse esserci una correzione anche violenta ci saranno aziende che faranno meglio e (tante) che faranno molto peggio, è qui che la capacità di comprendere i business sottostanti e valutarli può fare la differenza.

      Ultima considerazione: oltre alla pazienza, una delle condizioni necessarie per chi vuol fare stock-picking è la disciplina. Se si determina che qualcosa ha superato la nostra stima e si decide di vendere, non si può dopo un mese rimuginare sulla scelta solo perché il mercato è salito di un altro 10%. Così come non si può dire “non vendo perché penso che tutto andrà su ancora per qualche mese”. Ci sono sempre opportunità nei mercati, e se non ci sono basta aspettare che prima o poi tornano.

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  3. Sono assolutamente d'accordo sui criteri; tuttavia, pur astenendomi da previsioni su imminenti tracolli, considero decisamente anomala l'attuale situazione dove praticamente tutto e contemporaneamente [dalle azioni a obbligazioni di qualità infima che dallo scorso anno si sono trasformate nel giro di poco da "spazzatura" a "oro"] appare gonfiato a dismisura. Poi a proposito di stock-picking temo che un risparmiatore, anche con qualche base, normalmente non può avere abbastanza tempo e mezzi per analizzare decentemente molti titoli di conseguenza la scelta si restringe per forza di cose a quelli più accessibili e ciò si ricollega al precedente tema "Concentrati o diversificati". E tra quelli "più accessibili", considerati i prezzi, per chi non ama l'azzardo la scelta ormai credo sia piuttosto esigua. Forse si tratta di esercitare la famosa pazienza tanto cara a Buffet...
    Un saluto cordiale.
    Michael M.

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    1. tutto corretto, ma non è obbligatorio fare "stock picking". Lo dice lo stesso Buffett: per chi non ha tempo, voglia o le conoscenze per capire i singoli business e la loro valutazione, è molto meglio investire in fondi passivi, sempre con un'ottica di lungo periodo.

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