“There is a time to buy, a time to sell and a long time to do nothing”Chi legge questo blog da qualche tempo avrà già capito che questa massima riflette in pieno il mio approccio: invero, continuo a non comprendere tutti quelli che si affannano a cercare di prevedere cosa succederà domani, se la BCE alzerà o abbasserà i tassi o se la correzione dell’indice S&P500 tra marzo ed aprile è stato l’inizio del (tanto atteso?) crollo.
Un ulteriore spunto di discussione mi è venuto leggendo questo articolo (Margins, Multiples, and the Iron Law of Valuation). Semplificando le conclusioni, troppi investitori continuano ad avere una fede incrollabile in statistiche, regressioni, coefficienti ed alchimie simili per determinare dove andranno i mercati domani. Il problema per tutti i guru del backtesting è che le loro strategie di asset allocation basate sul market timing sembrano perfette sulla carta, con tanti bei grafici colorati, ma raramente funzionano nella realtà, perché quest’ultima è troppo complessa per essere modellata in maniera precisa: i mercati finanziari sono infatti governati dalle scienze comportamentali, non dalla matematica o dalla fisica.
“In genere si ritiene che la matematica produca risultati precisi ed affidabili; ma nei mercati finanziari, più elaborati sono i calcoli, più incerte e speculative sono le conclusione che possiamo trarre da questi. Ogni volta che l’algebra o formule complicate sono introdotte, dovete considerarlo come un avvertimento che il proponente sta sostituendo la teoria all’esperienza ed alla logica, soprattutto per dare alla speculazione l’aspetto di un solido investimento” (Benjamin Graham, 1958)Giusto per essere chiari, come già detto varie volte (ad esempio qui e qui), la mia opinione è che in aggregato i mercati siano oggi sopravvalutati, o per lo meno attorno ad un valore equo, non certo a sconto. Ma un conto è essere selettivi nei propri investimenti, ed un altro è suggerire di comprare o vendere cercando di prevedere come il trend si muoverà nei prossimi mesi. E certamente non consiglio di tenere la testa sotto la sabbia: è sempre bene essere accorti su quello che preoccupa gli investitori. Ma è sempre bene cercare di agire in modo razionale ed ignorare tutti quelli che dicono di agire in un modo o nell'altro per paura della crisi nei mercati emergenti, delle elezioni europee, di quello che faranno la Fed e la BCE, etc.
Personalmente, piuttosto che perseguire una strategia di market timing attiva, ritengo che un approccio contrarian, value-based di stock picking sia di gran lunga superiore, e che nel lungo periodo batterà l’asset allocation dinamica basata su coefficienti storici e regressioni. Anche e soprattutto per gli investitori retail, che hanno dei significativi vantaggi in termini di flessibilità rispetto ai professionisti che ogni giorno si propongono di gestire i vostri risparmi: per chi saprà evitare i sentieri più battuti, i prossimi anni potrebbero essere molto fruttuosi nonostante rendimenti aggregati che potrebbero essere contenuti o comunque inferiori al passato recente. Prendendo a prestito dall’eccellente libro di Peter Cundill (There’s always something to do) questo è proprio il momento migliore per espandere il proprio circolo di competenza e cercare opportunità diverse al di fuori del normale campo di gioco.
La strategia ideale è quella di un consumatore accorto in un supermercato, dove c’è sempre qualcosa in offerta: questa settimana è il Chianti DOCG Gallo Nero, la prossima potrebbe essere il Nero d’Avola. Nonostante questi prodotti non siano normalmente economici, un consumatore attento può sfruttare queste occasioni per fare ottimi acquisti. È vero, se siamo amanti del prosciutto di Parma non potremo probabilmente gustarlo tutte le settimane, ma magari una volta scopriremo un ottimo speck dell’Alto Adige a prezzi convenienti.
Il mercato azionario oggi assomiglia molto a questi supermercati: in media, i prezzi delle azioni sono alquanto costosi, soprattutto in quei settori che prima offrivano le migliori opportunità (come ad esempio le small/mid-caps in Francia e Germania 18-24 mesi fa). Dall’altro lato, se guardiamo bene tra gli scaffali, potremmo trovare un’offerta speciale. In ordine sparso, questi sono alcuni mercati che trovo al momento molto interessanti e che cercherò di approfondire:
- Assicurazioni europee (anche le banche, ma non mi piace il loro business operativo)
- Alcune large caps multinazionali (al contrario di 18 mesi fa)
- Mercati dell’Est Europa (Turchia, Polonia e Repubblica Ceca, non la Russia)
- Aziende agricole e dell’acquicoltura
- Conglomerate “tradizionali” ad Hong Kong e Singapore
- Aziende minerarie ed energetiche (“majors”), in maniera selettiva
- Alcune aziende immobiliari europee, soprattutto nella forma di REOC (Real Estate Operating Companies), meno tra i REIT (Real Estate Investment Trust)
Chiaramente, non tutte le aziende in questi settori sono “good value”, e molte hanno anche già passato la data di scadenza… Ma per chi è capace di guardare a 3-5 anni, questi mercati includono varie sociètà che offriranno un rendimento più che decente rispetto al rischio che presentano.
Consigli e suggerimenti su specifici titoli, settori o mercati sono sempre ben accetti.
Ad inizio anno ho aperto con successiva veloce e quasi inaspettata soddisfazione una posizione lunga su Fondo Alpha, un fondo immobiliare chiuso quotato a Milano. Ho sottoposto i fondi chiusi quotati a Milano ad una prima grossolana scrematura (utilizzando quelli con sconto NAV più alto ponderando l'indebitamento) poi ho analizzato in modo maggiormente approfondito quelli che ritenevo migliori.
RispondiEliminaGli sconti sul NAV sono ancora molto elevati e la ENORME diminuzione della curva dei tassi italiani potrebbe portare ulteriore ondata di rialzi.
Sono da tempo lungo sulla Old Technology USA (MSFT, CSCO, INTC, IBM) che presenta bassi livelli di indebitamento ed ottima generazione di cassa.
Infine un mozzicone quotato negli USA: MTEX (la cronistoria è su FOL http://www.finanzaonline.com/forum/wall-street/1376037-mannatech-mtex.html )