martedì 16 settembre 2014
Aggiornamento su CNIM
CNIM Group è una delle aziende incluse nelle “14 idee per il 2014”.
Lo scorso 2 luglio l'azionista di maggioranza di CNIM (Soluni SA) ha acquistato le quote detenute da altri azionisti di minoranza storici della società, ad un prezzo di €105. Avendo superato la soglia del 50%, per legge ha dovuto offrire le stesse condizioni a tutti gli altri azionisti. In aggiunta, assieme all’offerta di acquisto, è stato proposto il pagamento di un dividendo straordinario di €30, che l’assemblea degli azionisti ha approvato lo scorso 8 settembre. Il titolo è andato ex-dividend giovedì 11 settembre, quindi venerdì 12 il prezzo è sceso di tale ammontare (il pagamento del dividendo sarà oggi, 16 settembre). Per questo motivo, anche il prezzo dell'offerta è stato abbassato a €75. CNIM aveva in effetti una enorme liquidità, che probabilmente non è necessaria alla gestione operativa ed era anche una delle principali attrattive dell’investimento.
Con le nuove quote acquisite (e prima che siano resi noti i risultati dell’offerta di acquisto), Soluni (veicolo della famiglia Dmitrieff) controlla il 56% delle azioni; la famiglia Herlicq controlla un ulteriore 10%, mentre il flottante è di circa il 23% (le rimanenti azioni sono detenute da CNIM stessa, da dipendenti ed altri azionisti di minoranza). Dal punto di vista strategico non cambia comunque niente, in quanto le famiglie Dmitrieff ed Herlicq già esercitavano il controllo ed erano rappresentate sia nel top management che nel consiglio di amministrazione.
Nel prospetto dell’offerta Soluni ha dichiarato ad AMF (la Consob francese) di non voler procedere con un eventuale squeeze, ovvero di obbligare tutti gli azionisti a cedere le proprie azioni se avesse raggiunto una certa soglia. Questo vuol dire che al momento Soluni/Dmitrieff non hanno intenzione di fare il buy-out dell’azienda e di renderla privata.
Quello che è più importante è che €105 (oggi €75) rappresenta il valore minimo che un acquirente privato e ben informato pagherebbe per l’azienda, quindi il suo valore intrinseco dovrebbe essere anche superiore. Dall’altro lato, la riduzione del flottante potrebbe (e dovrebbe) rendere il titolo meno liquido, che non è però un ostacolo per un investitore di lungo periodo.
Conclusione: CNIM rimane un’azienda solida, ben gestita da un azionista di controllo che ha una lunga storia di successo con la società e che tratta ad un prezzo sicuramente attraente (circa 8x gli utili degli ultimi anni).
Infine, quanto successo durante l’estate è l’esempio più lampante di come le strategie value possono produrre risultati soddisfacenti: la vendita dell’investimento ad un prezzo superiore è solo uno dei possibili modi per realizzare il valore intrinseco. Nel corso del tempo questo può infatti avvenire attraverso dividendi, buyback, M&A, spin-off, …
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