mercoledì 12 febbraio 2020

Aziende petrolifere: cosa sta succedendo?

Con molta volatilità, dall’inizio del 2016 il prezzo del petrolio (WTI) è salito più o meno di 40%, mentre SPDR S&P Oil & Gas Exploration & Production ETF (XOP:US) è sceso di 40%.

Ribilanciati a 100 al 31 dicembre 2015. Le performance riflettono solo i movimenti di prezzo e non i dividendi.

Curiosamente, mentre Exxon in questo periodo ha perso circa 20% (senza contare i dividendi) ed è tornata ai livelli del 2010, Chevron e Royal Dutch Shell (ADR) sono invece aumentate anche più del prezzo del petrolio. E con il solito tempismo, solo qualche giorno fa Goldman Sachs ha finalmente cambiato la sua raccomandazione su Exxon a Sell

I problemi delle majors non sono nuovi (ad esempio sono stati discussi qui), mentre gli E&P americani sono anche esposti al gas naturale, la cui abbondanza ha decimato il prezzo. Negli ultimi due anni sono anche cominciati i primi fallimenti tra gli E&P attivi nello shale oil per i troppi debiti contratti per espandere la produzione.

Tuttavia, al momento sembra esserci un de-coupling che nel passato è successo raramente: non sono certo l’unico ad averlo notato, ma non ho trovato nessuna spiegazione soddisfacente. Qualcuno ha qualche idea più precisa? Si tratta di un settore che può raddoppiare nel giro di un anno (almeno alcune di queste aziende) o sono piuttosto delle value trap?

5 commenti:

  1. secondo me i temi sono questi: 1) come mai solo adesso Aramco si è quotata? 2) i temi generali della sostenibilità ecologica e del battage su fonti rinnnovabili e mobilità elettrica possono oggi provocare uno shifting strutturale nella domanda di combustibili fossili ? Io personalmente non ho infiormazioni per sapere se siamo in overproduzione o meno. Possono le oil companies sviluppare nelle economie proto emergenti (Africa) un mercato di destinazione (e fregandosene dell'inquinamento, come già oggi in Nigeria, ecc.: coi soldi si aggiusta tutto). 3) quanto al "sell" di Goldman su Exxon, mi chiedo chi sarà dalla parte della compera nei book. Una idea ce l'avrei.

    Infine una cosa che non c'entra nulla, o quasi: la debolezza della valuta brasiliana (produttore di petrolio, peraltro). La debolezza delle commodities pesa parecchio sul Sudamerica, non so fino a quando sarà sostenibile dalle svalutazioni.

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    1. Ok, tutte risposte e temi leciti, ma la mia domanda non era tanto sul futuro del petrolio (ognuno ha giustamente la propria opinione) quanto sulla divergenza tra prezzo e performance delle aziende petrolifere.

      Per gli altri punti:
      1. Eccellente domanda: tralasciando le modalità di quotazione (solo locale, minimo float e forzata per avere la valutazione richiesta), se Aramco “vende” (perché non crede nel futuro del petrolio?) perché qualcuno dovrebbe comprare? Solo per il dividendo?
      2. Altro tema attuale: l’elettricità va comunque prodotta, che siano rinnovabili o più probabilmente dal gas naturale

      Sul Brasile non saprei, nell’economia mondiale è comunque un produttore marginale: oggi sono gli US e non l’Arabia o OPEC l’ago della bilancia in termini di sbilanci tra domanda ed offerta

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  2. grazie della risposta.
    1. Il timing di Aramco è molto sospetto. La società sa qualcosa sulle sue riserve che non sappiamo? Vede margini o domanda in calo? Ha problemi di debito?
    Inoltre forse se inserita nel paniere delle oil companies potrebbe avere effetto diluitivo sulle altre big (anche se vedendo Chevron et al. non sembrerebbe).
    Forse la debolezza di Exxon riflette un problema societario specifico. Gli insiders (vd. sempre su Bloomberg) vendono alla grande.

    2) Riguardo alla produzione elettrica, non mi ricordo poi dove ho letto che le riserve di gas sono stimate 100 VOLTE le riserve note di petrolio, e tra l'altro te lo tirano dietro purchè lo si comperi...
    Ci sono società oil che oggi REGALANO il gas sottoprodotto delle perforazioni petrolifere agli stati (i.e. forse agli oligarchi e a chi li appoggia) che ospitano gentilmente le concessioni. Mica male come concorrente.
    E non dimentichiamo il carbone in Cina, ancora fortissimo perchè super economico.

    2) divergenza tra prezzo e performance: il value investor vede comunque una convergenza tra realtà e aspettative, e il prezzo per definizione sconta in anticipo le aspettative stesse.
    Se siano o meno queste ultime troppo pessimistiche, cioè ci sia spazio operativo, è il rischio specifico dell'investimento nel settore.

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    1. Le riserve di Aramco sono messe in dubbio da almeno gli anni 1970s: in molti ritengono che siano già state molto sfruttate e che quello che rimane sia molto meno di quello che l'azienda dichiara.

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  3. Molto interessante l'articolo e le domande, a cui non ho risposta, se non la seguente riflessione:
    potrebbe essere che con i tagli alla produzione opec e i vari problemi geopolitici (ex. libia, iraq, iran) il prezzo wti resta artificialmente alto, mentre le Major pagano di piu' le aspettative?
    O forse alcune major sono penalizzate (e altre magari avvantaggiate) dal fare non solo E&P, che e' molto legata al prezzo WTI, ma anche mid/downstream, che sono meno influenzate dall'andamento del petrolio. Per capire questo pero' bisognerebbe conoscere a fondo le varie societa' e vedere se gli andamenti differenti possono essere spiegati da questo...
    O forse e' mr. market che sta davvero prendendo un abbaglio? E allora ci sarebbe una grossa opportunita'.

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