Una delle peggiori
asserzioni utilizzate per giustificare l’ottimismo attuale nei mercati azionari
è che “le azioni sono poco costose sulla base degli utili attesi”.
Rimane un mistero come questo mito continui ad essere riproposto da analisti ed
economisti, e non solo per i danni che affermazioni simili hanno fatto nel 2000
e nel 2007.
Il problema di questa asserzione
è che le stime degli utili operativi per i prossimi 12 mesi sono sistematicamente superiori agli utili
dell’anno appena passato, ma soprattutto escludono tutte quelle voci negative
che aziende ed analisti preferiscono nascondere sotto il tappeto ma che sono
invece molto, molto reali. Ad esempio, all’inizio del 2008 gli analisti
ritenevano che le aziende nell’indice S&P500 avrebbero generato in
quell’anno utili complessivi di $115: il dato effettivo è poi stato $50, una
differenza abissale rispetto alle attese. Il
multiplo P/E basato sugli utili attesi è sempre inferiore a quello
calcolato sugli utili passati, facendo sembrare il mercato meno costoso di
quello che è in realtà. Nonostante questo, gli analisti continuano a paragonare
il forward P/E con quello effettivo
storico…
I mercati azionari in aggregato non sono oggi a buon mercato: i multipli basati sugli
utili attesi (ed invero qualsiasi misura che non tiene conto degli elevati
margini di profitto degli ultimi anni) danno una visione fuorviante delle
valutazioni correnti. Questo non vuol dire che siamo necessariamente in una
bolla e che presto ci sarà una correzione: semplicemente, non ho idea di dove saranno i mercati azionari tra qualche mese, e nemmeno
mi interessa. Le mie scelte sono fatte piuttosto sulla base di questa
massima:
“We don’t buy and sell stocks based upon what other people think the stock market is going to do (I never have an opinion), but rather upon what we think the company is going to do.” (Warren Buffett)
Con
la rapida risalita dei mercati azionari, è diventato sempre più difficile
trovare società che rientrano nei miei criteri di investimento: quello che cerco
sono aziende con flussi di cassa stabili e prevedibili, una struttura
patrimoniale solida e che trattano a prezzi ragionevoli. Tra il 2010 ed il
2012 ci sono stati alcuni periodi di marcati rialzi, ma generalmente riuscivo a
trovare lo stesso delle buone occasioni, ad esempio nel settore farmaceutico ed
in quello dei beni non discrezionali. Adesso, difficilmente trovo aziende che
rispecchiano tutti i criteri (uniche eccezioni, alcune small caps), perché oggi il mercato è disposto a pagare un elevato
premio per flussi di cassa stabili e costanti.
Preferisco di gran lunga investire quando l’incertezza è
elevata ed i prezzi bassi. Continuo a ritenere che le caratteristiche principali dei migliori
investitori siano la pazienza e la disciplina. Sedere in panchina mentre tutti
stanno facendo soldi è difficile e poco divertente. Ma una perdita permanente
del proprio capitale è ancora meno piacevole.
Se una cosa è certa nei
mercati finanziari è che il pendolo delle emozioni continuerà ad oscillare tra
euforia e pessimismo: investire solo quando
le valutazioni lo giustificano ha offerto rendimenti soddisfacenti nel corso
degli anni. E questo è esattamente quello che continuerò a fare, anche se sembra
di essere l’unico a non essere stato invitato ad una festa dove tutti gli altri
si stanno divertendo ed io invece no.
Post
scriptum: cosa rappresenta il rapporto P/E
I
multipli prezzo/utili (P/E) sono un modo veloce per determinare la valutazione
di un’azione o di un mercato.
La media di lungo
periodo per il mercato americano è di 15x, un valore che viene spesso citato come lo
spartiacque tra mercati costosi ed a buon prezzo: quando il P/E è inferiore a
15x, in genere si ritiene che sia sottovalutato. Purtroppo, troppo spesso gli
investitori non capiscono la logica dietro questo numero. Il valore di 15x non
è solo la media storica di quanto gli investitori sono disposti a pagare per un
$1 di utili, ma anche e soprattutto il
risultato di un’equazione che sconta i flussi di cassa futuri.
Nel
modello più semplice (Gordon Growth Model) il valore di
un’azione o di un indice è dato dall’equazione:
dove
UT+1 sono gli utili attesi
per il prossimo anno, r è il
rendimento richiesto dagli investitori e g
è la crescita attesa degli utili. Se utilizziamo questa formula per determinare
il valore equo di $1 di utili abbiamo semplicemente il P/E. Dal 1926 ad oggi
l’indice S&P 500 ha avuto un rendimento (media aritmetica) di 11,3% annuo,
mentre la crescita nominale degli utili è stata di 4,6% all’anno. Inserendo
questi dati nell’equazione si ottiene:
Sorpresa!
Il multiplo storico di 15x non è una
preferenza degli investitori, ma piuttosto il risultato del rendimento atteso e
della crescita degli utili.
Chi
utilizza questo valore per determinare la convenienza o meno del mercato sta
implicitamente assumendo che il futuro
sarà uguale al passato. Ma questo è raramente il caso: i tassi di crescita
variano nel tempo, e così fanno i rendimenti richiesti dagli investitori.
I
mercati valutati solo sul P/E corrente non sembrano mai sopravvalutati al picco
del ciclo economico: gli utili sono elevati, spesso in maniera non sostenibile,
ma nonostante questo gli analisti li proiettano nel futuro indefinito. È per questo che è importante focalizzarsi
su medie di più anni come fa il CAPE,
e non sui numeri di un singolo periodo: gli analisti finiscono per ritenere cheap un mercato fino alla prossima
recessione.
Oggi
il mercato azionario americano tratta esattamente a 15x gli utili attesi nel 2014, quindi in linea con il valore storico:
ma questo è basato su una crescita attesa degli utili di quasi 13% (stime di Standard and Poor’s), in un
contesto in cui la crescita degli utili operativi è stata del 3,5% negli ultimi
quattro trimestri nonostante i margini di profitto siano ai massimi storici.
Se
un’azienda ha margini di profitto di 5% in recessione e di 10% quando
l’economia tira, ma solo di 8% su un ciclo economico completo, sareste felici
di pagare un multiplo degli utili medio basato su margini di 10%? Tutti coloro che investono oggi in ETF e
fondi passivi stanno facendo esattamente questo.
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