venerdì 25 ottobre 2013

Trading vs. investing (II)



Ovvero: perché non sono un trader.

  1. Si impara molto di più da un manuale di trading che dai corsi dei presunti esperti: l’apprendimento è più veloce e costa 1% di un corso. 
  2. Questo porta a domandarsi: se qualcuno è un così bravo trader e ha un sistema perfetto per fare i soldi, perché diavolo dovrebbe vendervi i suoi segreti? 
  3. La migliore qualità di un trader è la capacità di controllare fear & greed, ed un pizzico di umiltà non guasta: nessuna di queste qualità può però essere insegnata. 
  4. Fare trading virtuale sulla carta e con piccole somme è un ottimo modo per imparare. 
  5. Purtroppo, non è lo stesso che fare trading nella vita reale con soldi veri. 
  6. Essere intelligenti e sapere tutto non è così importante per diventare un buon trader: occorrono invece un 10% di conoscenza e 90% di esperienza. 
  7. Il vero costo dell’educazione di un trader sono le sue perdite. E raggiungere la necessaria esperienza è sempre un processo lungo e costoso. 
  8. Dover dipendere dai guadagni del trading per pagare i conti non aiuta ad avere una migliore performance. 
  9. Il trading è una professione da almeno 10 ore al giorno per 5 giorni alla settimana; non si può essere un trader facendo qualche operazione nella pausa pranzo dopo aver letto i consigli di una newsletter o di un blog. 
  10. I migliori hedge funds e proprietary desk delle banche d’affari hanno rendimenti netti del 20% annuo: la stragrande maggioranza dei day trader non può nemmeno lontanamente sognare di ottenere questi risultati. Quindi, se pensate di diventare ricchi con il trading avete bisogno di un capitale di almeno €500k per sperare di fare €100k all’anno (ammesso che riusciate a controllare i costi di transazione, molto difficile per un piccolo investitore, e sempre prima di pagare le tasse). 
  11. Se anche riuscite a fare €100k, il vostro punto di breakeven è più alto: in primo luogo avete probabilmente sacrificato uno stipendio per ottenere questo risultato; e con quel capitale iniziale non è difficile fare €25k all’anno con investimenti più o meno passivi. 
  12. Ogni azienda/piattaforma che vi offre suggerimenti gratuiti e leva finanziaria più o meno illimitata NON è nel business di farvi felici o ricchi, ma per fare i propri interessi: è meglio saperlo in partenza. 

4 commenti:

  1. Punto 4- Fare trading virtuale sulla carta e con piccole somme è un ottimo modo per imparare.

    Consigli / metodi pratici per mettersi invece alla prova come value investor?

    Io da qualche anno gestisco un fondo virtuale su Marketocracy ma la piattaforma ha certi limiti:
    - statistiche molto in ritardo
    - crasha spesso
    - limitato al mercato americano (anche se con gli ADR l'universo investibile è più largo)
    - niente derivati

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    1. Il value investing, per sua natura, è orientato al lungo periodo e non è una strategia che si presta bene ad essere analizzata su brevi intervalli per vedere se funziona o no. Si possono certamente creare portafogli virtuali sulle varie piattaforme per vedere come si evolvono, ma ci vogliono almeno tre anni per determinare se la tesi iniziale si è sviluppata come si pensava oppure no.

      Essere value investors è più una caratteristica mentale che analitica: il primo passo dovrebbe essere di cercare di capire se stessi, ad esempio se si va nel panico o no quando uno dei nostri titoli scende del 40%, per qualsiasi motivo.

      Il mio consiglio per chiunque volesse "mettersi alla prova" è di cominciare ad analizzare qualche azienda che le piace, seguirla per qualche tempo, e decidere se ha la convinzione per comprarla: se la risposta è si, si può cominciare con piccole somme complementari agli altri investimenti, così se l'esperienza è negativa non si finisce rovinati.

      Questo non va bene però per chi controlla i prezzi delle azioni ogni giorno, o per chi cerca conferme dai propri amici su quanto bene stiamo facendo: di nuovo, il successo di questa strategia si vede solo dopo qualche tempo

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  2. Se può esserti utile il mio parere, la risposta alla 2 sono la 1 la 7 e la 8. Mi spiego meglio:
    intanto non e' la stesa cosa che vendere i numeri del lotto, ma, come tu dici, quello del trader e' un mestiere che richiede studio, diligenza, competenza e l'animo del bravo scommettitore (sempre considerando il lato buono, ovvero sangue freddo, immediatezza nel mettere in pratica le decisioni, coscienza e fiducia nelle proprie competenze, sufficiente umiltà e coraggio da capire quando si ha torto).
    In ogni caso é, almeno nella mia esperienza, una faccenda assai logorante dal punto di vista mentale e fisico. Stare davanti ad un monitor concentrati per 6-8 ore al giorno, soprattutto se si opera con bassi time-frame, e' davvero faticoso. Fare un corso per spiegare le proprie tecniche, lo e' assai di meno. Ma ci sono moltissimi bravi trader che tengono questi corsi il sabato e la domenica, perche' non gli conviene (e parliamo di svariati mila euro per pgni corso) rispetto ad una normale gionata di trading. Inoltre, se molti vedono allo stesso modo un segnale, si comporteranno di conseguenza e il segnale avrà maggiore forza (vedi il Ross Hook, ora Ross ha capito come anticipare il segnale da lui stesso individuato e seguito da milioni di persone). Infine, soprattutto per i piccoli trader che cercano di diventare professionisti, l'aleatorietà dei redimenti non e' sufficientemente stabile da permettere una visione di lungo termine (famiglia, casa, moquette, etc. ). C'e' da notare che i trader che hanno successo lavorano sempre in Team, dividi et impera, come per tutto!

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    1. Massimo, se tu scopri la formula della pietra filosofale, la tieni per te e la usi per diventare ricco (controllando quanto oro "produci" perchè se aumenti troppo l'offerta finisci per ridurre il prezzo) oppure la affitti a chiunque te la chieda per €9,90 al mese?

      Non ho niente contro chi insegna, anche io quel poco che so l'ho imparato da altri (molto spesso libri, però). Ma un vero trader di succcesso ha due strade: o sfrutta le sue conoscenze per far soldi in proprio, anche nel prop desk di una banca; oppure mette su un fondo, tira su il capitale iniziale e si fa pagare per gestirlo, comprese le commissioni di performance, senza però rivelare a tutto il mondo cosa fa esattamente ogni giorno (come fece ad esempio LTCM, che distribuiva i propri trade su dozzine di banche per evitare che queste avessero una visione unitaria della loro strategia. Ma quando cominciarono i problemi e fu costretta ad aprire il proprio book, molte banche cominciarono a prendere in anticipo posizioni che sapevano poi LTCM sarebbe stata forzata a fare).

      Se tu sei un seguace di questo Hook, che prima ti insegna come interpretare il segnale e poi quando milioni di persone lo fanno ti anticipa fregandoti tutti i guadagni, non ti senti preso in giro?

      Quelli che fanno i corsi al sabato e alla domenica (ho ricevuto inviti per dozzine), partono al sabato mattina spiegando cosa sono le azioni & obbligazioni a gente che non ha mai fatto trading in vita sua per finire la domenica pomeriggio con: "Adesso siete tutti super-esperti, andate e fate i miliardi!". Per me sono lo stesso di quelli che in TV vendono i numeri del lotto...

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