Quando
si parla di mercati finanziari, i termini prezzo
e valore (price e value) sono usati
in maniera intercambiabile, ma non lo sono. Questa confusione è quello che spesso
rende le discussioni sugli investimenti un dialogo tra sordi: i processi (e le regole del gioco) per arrivare ai concetti di prezzo e valore
sono infatti completamente differenti.
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“Pricing game”
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“Value game”
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Filosofia
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Il
prezzo corrente è l’unica variabile da utilizzare per prendere una decisione:
nessuno sa quale sia il reale valore di un titolo, e quindi cercare di
stimarlo è un esercizio inutile.
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Ogni
asset ha un suo valore intrinseco,
che può essere stimato, anche se solo in maniera approssimativa. Il prezzo di
mercato convergerà verso il valore intrinseco (alla fine).
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Tattica di gioco
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Si
cerca di determinare in quale direzione il prezzo si muoverà nel prossimo
periodo (giorno, mese, anno, …) e si entra in azione prima di questo
movimento. Per vincere occorre aver ragione più spesso di quanto si ha torto,
ed uscire prima che il vento cambi direzione.
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Si
cerca di stimare il valore e, se questo è superiore (inferiore) al prezzo di
mercato, si compra (vende). Per vincere occorre fare una stima quanto più corretta
del valore e che il prezzo si muova prima o poi verso di esso.
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Fattori da considerare
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Il
prezzo è dato dall’incontro di domanda ed offerta, che a loro volta sono
guidate dal sentimento di mercato e dal momentum.
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Il
valore è determinato da flussi di cassa, crescita e rischio.
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Effetto delle informazioni
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Le
informazioni aggiuntive (news, storie, …) che hanno impatto sul sentimento di
mercato faranno cambiare il prezzo, anche se non hanno conseguenze reali sul
valore nel lungo periodo.
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Solo
informazioni che modificano i flussi di cassa, la crescita o il rischio hanno
un impatto sul valore.
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Strumenti utilizzati
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Orizzonte temporale
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Può
essere da brevissimo termine (minuti, giorni) a medio termine (settimane,
mesi).
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Lungo
periodo
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Abilità necessarie
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Essere
capaci di intuire i punti di inflessione prima degli altri giocatori.
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Essere
capaci di valutare un asset in
condizioni di incertezza meglio degli altri giocatori.
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Caratteristiche personali
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Saper
agire velocemente ed una mentalità da giocatore d’azzardo (non intesa in
senso negativo).
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Aver
fiducia nel concetto di valore, pazienza ed essere immuni dalle pressioni
esterne.
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Maggiore rischio
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Il
cambiamento del momentum può essere
repentino, spazzando via mesi di profitti in poche ore.
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Il
prezzo potrebbe non convergere mai al valore, anche se la vostra stima è
corretta.
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Peggior giocatore
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Chi
ritiene che il trading sia basato sul concetto di valore.
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Chi
pensa di poter “discutere” con il mercato.
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Se state giocando al “pricing game”, siete un trader; se giocate al “value game” siete un investitore. Questo non è assolutamente
un giudizio su quale delle due strategie sia superiore, più etica o più redditizia.
I trader ricoprono un ruolo rilevante
nei mercati finanziari, ed uno non meno importante degli investitori nel promuoverne
il corretto funzionamento.
In
ultima istanza, quale strategia preferire dipende non solo dalle proprie capacità
tecniche (“Siete più bravi a leggere un
grafico o ad analizzare il bilancio di un’azienda?”), ma anche dalle
caratteristiche personali. Esistono molte filosofie di investimento, ed ognuna
funziona per alcuni investitori ma non per altri. Ad esempio, una strategia che
richiede di comprare aziende ignorate da tutti ha bisogno di tre condizioni per
avere successo: un lungo orizzonte temporale; disinteresse per la
volatilità; e la capacità di andare contro il mercato. Per chi non ha queste
caratteristiche, questa strategia è la ricetta per un disastro: non solo la abbandoneranno
ben prima di raggiungere i risultati sperati, ma nel frattempo si sentiranno
anche depressi ed infelici.
Le
persone impazienti, che sono sensibili a quello che dicono gli amici ed a
farsene influenzare, raramente riescono ad essere dei value investor, ed una strategia di tipo momentum è più adatta a loro. Al contrario, le persone estremamente
cerebrali che devono pesare ogni singola variabile prima di prendere una decisione
non sono dei buoni trader.
Davvero un ottimo articolo che spiega bene una differenza che spesso non viene compresa a fondo. Forse una cosa che si potrebbe aggiungere è che il trader guarda alla psicologia della massa e l'investitore ai conti e alla robustezza delle aziende. C'è poi anche chi come Soros che pur conoscendo molto bene il valore delle cose preferisce spesso il gioco del trader perchè la sua esperienza gli permette spesso di capire quando e quanto a lungo può essere tirata la corda della psicologia.
RispondiEliminaUna sua frase che credo renda chiaro quanto esposto sopra è la seguente:
"La storia economica è un'infinita serie di episodi basati su falsità e bugie, non verità. Questa rappresenta il cammino per un grosso profitto. L'obiettivo è quello di riconoscere un trend le cui premesse sono false, cavalcarlo e mollarlo prima che sia screditato"
Enrico
Tutti utilizzano (consciamente o inconsciamente, più spesso la seconda) la mentalità delle masse: il trader per cercare di capire come il resto del mercato si muoverà per tentare di anticiparlo; gli investitori (sopratutto di tipo value) per cercare di capire perchè il prezzo di mercato è stato spinto tanto sopra/sotto il suo valore intrinseco.
RispondiEliminaproprio in questi giorni si sta parlando di questo argomento finanzaonline. ci sono vari punti fi vista. in un mercato come questo, in cui profitti aziendali e valore sono completamente dissociati, probabilmente il trader è quello che riesce ad operare meglio
RispondiEliminaDipende dall'approccio che uno ha e quali sono i suoi obiettivi.
EliminaNon è comunque detto che un "trader" faccia meglio di un "investitore" in questo mercato: molti credono che fare il trader significa fare previsioni di breve termine più accurate degli altri, cosa che è molto, molto difficile fare in maniera continua e costante.
E non mi sembra nemmeno che i fondamentali (profitti) siano così dissociati dai prezzi di mercato (prezzi, non valore): lo erano a marzo 2009 per molte aziende, oggi una correzione del 10% non ha portato certo alla stessa situazione...