giovedì 19 giugno 2014

Lezioni che ho imparato

Non fidatevi, verificate. Nel campo degli investimenti vale una variante della massima di Ronald Reagan sulle relazioni con la ex-Unione Sovietica (“Trust, but verify"). Non sempre c’è una effettiva connessione tra quello che il management di un’azienda dice e quello che fa. È difficile guadagnare se il management è poco etico o è lautamente ricompensato qualsiasi cosa succeda. Sembra una banalità, ma in quanti libri di analisi o report che promettono di rendervi ricchi avete trovate questo consiglio? Guardate piuttosto al loro passato ed alle loro azioni: chi si è arricchito a spese degli altri azionisti tenderà a farlo di nuovo. Sareste sorpresi da scoprire quanti investitori hanno imparano questa lezione sbattendoci la faccia sopra…

martedì 17 giugno 2014

CNIM Group

CNIM Group (COM:FP) è una delle aziende che ad inizio anno avevo incluso nelle “14 idee per il 2014”.

Si tratta di un altro esempio dei miei investimenti preferiti, quelli che mi piace definire “hidden champions”: aziende solide, con operatività stabile e ben gestite, ma allo stesso tempo ignorate dagli analisti del sell-side perché attive in settori noiosi e poco glamour, e quindi ritenute poco interessanti per i loro clienti. In aggiunta, come è il caso per molte small cap d’oltrealpe, i bilanci e gli altri dati finanziari sono spesso presentati solo in francese, mentre la versione inglese è molto ridotta se non completamente assente, riducendo ulteriormente l’appeal per gli analisti.

giovedì 12 giugno 2014

La legge delle conseguenze non intenzionali

A seguito delle decisioni della BCE della settimana scorsa, alcuni analisti e commentatori hanno fatto notare come i rendimenti dei titoli periferici europei sono oggi in linea con quelli degli US. Al momento di scrivere, il rendimento di un generico bonos decennale è esattamente uguale a quello di un US Treasury (2,65%), mentre il nostro BTP è appena più in alto (2,80%) ed anche il Portogallo non è molto lontano (3,34%). Lo spread dei paesi periferici rispetto a quelli core si è ridotto sensibilmente, e non è irrazionale pensare che tra un paio di anni questo possa tornare ad essere tra 25bp e 50bp, rispetto ai circa 140bp attualmente per l’Italia.

lunedì 9 giugno 2014

Fama & French: Revolution


Con poca pubblicità - almeno per il momento - sembra che i professori Fama & French (F&F) stiano apportando delle modifiche al loro famoso modello a 3 fattori per spiegare i movimenti nei prezzi delle azioni. I 3 fattori originari sono: 1) il mercato stesso attraverso il beta, come nel CAPM; 2) un fattore value, rappresentato dal P/BV; 3) ed un fattore di dimensione, small cap vs. large cap.
Basandosi su nuove ricerche e maggiori dati, hanno oggi aggiunto due nuovi fattori che sembrano essere più importanti, ed anzi aiutano meglio a spiegare i precedenti tre. 

venerdì 6 giugno 2014

Letture per il week-end

Dal team di strategia di Credit Suisse guidato da Michael Mauboussin, un'analisi di dividendi e buybacks: Disbursing Cash to Shareholders - Frequently Asked Questions about Buybacks and Dividends

Alcune cose che gli analisti del sell-side dovrebbero imparare: Confessions of a Former Analyst 

Un interessante blog con un post su cosa significa veramente margine di sicurezza: The Dolan Company and the true meaning of margin of safety    
[cit: il margine di sicurezza NON è la differenza tra il prezzo di mercato e la nostra stima del valore intrinseco]

Un paper molto interessante sugli investimenti di tipo momentum dal tema di AQR Capital Management: Fact, Fiction and Momentum Investing 

Una dei migliori riassunti di quanto discusso al meeting 2014 di Berkshire Hathaway: Beyond Buffett

E per finire,da The Economist, la storia di 294 anni di crisi finanziarie: The slumps that shaper modern finance

martedì 3 giugno 2014

Inflazione? Quale inflazione?


I'm turning Japanese - I think I'm turning Japanese - I really think so” (The Vapors) 

La principale preoccupazione sembra essere al momento il basso livello d’inflazione, quasi al limite della deflazione, che spaventa per la possibilità che si ripeta una situazione come quella giapponese, ovvero due decadi di prezzi in discesa e di crescita pari a zero, oltre ad elevata disoccupazione.