lunedì 23 dicembre 2019

20 anni fa

Ho trovato questa tabella con le valutazioni delle 20 principali large cap growth stocks al 31 marzo 1999, un anno prima dello scoppio della bolla Internet.

mercoledì 18 dicembre 2019

(Ig)nobel Financial Awards 2019

Quarta edizione degli IgNobel Financial Awards, una raccolta delle notizie più “interessanti” degli ultimi 12 mesi modellata sui veri IgNobel Prizes: qui potete trovare i vincitori delle precedenti edizioni nel 2016, 2017 e 2018. Come sempre, i riconoscimenti sono assegnati con lo spirito di “first make people laugh, and then make them think”.

Devo ammettere che quest’anno le nomination sono state numerose: non so se interpretarlo come un segnale positivo o negativo.


lunedì 9 dicembre 2019

Santa is coming to Wall Street!

Se volete indirizzare i vostri pargoli verso l’affascinante mondo dell’alta finanza, perché a Natale non regalate loro un classico ed eduativo gioco da tavolo?

Si parte dal più famoso di tutti, Monopoly, creato nel 1935 ed essenzialmente un gioco di speculazione immobiliare con varie edizioni speciali inclusa una Berkshire Hathaway Diamond Edition.

giovedì 28 novembre 2019

Retail apocalypse?

Visto che siamo nel periodo di Black Friday e pre-natalizio, mi sembrava interessante cominciare una discussione su eventuali opportunità nel settore retail.

Il punto di partenza è questo tweet di qualche giorno fa (BBBY è Bed, Bath and Beyond):


martedì 26 novembre 2019

Inflazione e multipli: i mercati emergenti sono così a buon mercato come sembra?

Un’allocazione ai mercati azionari dei paesi emergenti è tipicamente consigliata su una tesi molto semplice: i migliori trend demografici ed economici di questi paesi, in aggiunta a miglioramenti nella governance, salute pubblica ed educazione, li rendono un investimento di lungo periodo superiore. 

A questa viene spesso aggiunta un’altra considerazione: i mercati emergenti sono molto meno costosi di quelli occidentali. In una recente ricerca, GMO afferma infatti:

“Broad emerging stocks look reasonably priced and are attractive relative to other markets. From the end of 2009 through June 2019, the MSCI Emerging CAPE ratio declined from 20x to 15x as compared to U.S. price multiples, which rose from an 18x CAPE to a lofty 29x.”
In realtà non è così semplice e non tutte queste ipotesi sono universalmente valide.

giovedì 7 novembre 2019

Don’t cry for me Argentina (continued...)

Sembra che qualcuno potrebbe finire (di nuovo!) per “piangere” per l’Argentina….

Da un articolo del Financial Times, “Bondholders warn Argentina not to make debt ‘uninvestable’”  

“Some of Argentina’s biggest bondholders say they are ready to negotiate with the incoming government led by Alberto Fernández over roughly $50bn they are owed in sovereign debt, but warn that too harsh a restructuring would make the country uninvestable.”

The group is pushing for a deal in which bondholders give the government more time to pay back its debts without so-called haircuts, or losses on the face value of the bonds — an approach previously endorsed by Mr Fernández. Investors see this as a good starting point, but warn there is a limit to what they will endure.

“If they attempt a major haircut or a deep restructuring on the debt like they did back in 2005, they are risking Argentina becoming really uninvestable,” said Carl Ross, a partner at fund manager GMO. “There may come a point where a lot of international bondholders may say there is no price at which they can own Argentina.”

lunedì 4 novembre 2019

Don’t cry for me Argentina

[Nota: questi non sono consigli di investimento: i titoli citati in questo post sono illiquidi, non sempre facili da reperire e soprattutto adatti solo ad investitori sofisticati. Ognuno è pregato di fare le proprie analisi e considerazioni.]

Lo scorso 11 agosto, il presidente uscente Mauricio Macri fu sorprendentemente battuto alle primarie per le elezioni in Argentina: sorpresa non per l’esito, in quanto i sondaggi davano il suo partito di centro-destra in svantaggio di 4%, bensì per lo scarto di ben 15 punti (47% a favore del centro-sinistra di Alberto Fernandez vs. 32% per Macri). Ribadendo i risultati delle primarie, il primo round del 27 ottobre ha consegnato la presidenza a Fernandez, risultato vincitore questa volta con il 48% dei voti rispetto al 40% di Macri ed al 6% di Roberto Lavagna: secondo la legge argentina un candidato risulta vincitore al primo turno se ottiene almeno il 45% dei voti.

Quello che i sondaggi (e con questi i mercati finanziari) hanno sottovalutato è stato il malcontento della popolazione per l'inflazione elevata e l'economia debole. Esattamente gli stessi motivi che avevano portato all’elezione di Macri nel 2015: sembra che gli argentini abbiano detto, “abbiamo provato le tue politiche economiche e non hanno funzionato, adesso proviamo qualcos'altro”.


martedì 29 ottobre 2019

SoftBank: incentivi e credibilità

Ancora sulla saga di WeWork, sicuramente una delle storie più interessanti degli ultimi anni anche se si sta trasformando sempre più da una commedia buffa ad una farsa.

L’aspetto più importante è la relazione tra WeWork e SoftBank: fu proprio Masayoshi (“Masa”) Son a spingere Adam Neumann a rendere WeWork “ten times bigger than your original plan”, perché “WeWork wasn’t crazy enough”.

lunedì 28 ottobre 2019

Bolle, ieri ed oggi

Chi segue i mercati sa che l’euforia per gli unicorni sembra essere improvvisamente svanita: è quindi naturale fare un paragone con lo scoppio della bolla Internet alla fine degli anni 1990.

Allora come oggi, le aziende in questione hanno speso generosamente in marketing per attrarre nuovi clienti, ma non hanno mai trovato la strada per generare reali profitti. Sia nel 2000 che oggi si vantavano di poter cambiare il mondo, ma si sono accorte di aver finito i finito i soldi ben prima di riuscire nel loro intento. E, last but not least, in entrambi i periodi le valutazioni un tempo favolose si sono dimezzate nel giro di poche settimane.


mercoledì 16 ottobre 2019

Alla ricerca del rendimento: un po’ di storia

Negli ultimi mesi si sono intensificati gli articoli sulla situazione precaria dei mercati del credito (qui uno dei tanti esempi): le maggiori preoccupazioni riguardano l’ammontare di denaro che è confluito in queste strategie e la crescente percentuale di prestiti cosiddetti covenant-lite

La cescente popolarità di queste strategie tra gli investitori istituzionali è una conseguenza diretta dei rendimenti risicati offerti dai titoli di stato, soppressi dai programmi di quantitative easing (QE). Con la necessità per investitori come fondi pensione di rimpiazzare la rendita non più disponibile con i titoli di stato, private credit ed altre obbligazioni “esotiche” sono state la scelta naturale.


lunedì 9 settembre 2019

Deutsche Bank: finalmente investibile?

La storia recente di Deutsche Bank (DBK:GR) è ben nota: dal tentativo di competere con le migliori investment bank americane ai problemi sul mercato domestico e vari scandali (riciclaggio, collusione su Libor, violazione di sanzioni, … ).

Per anni si è detto che DB fosse “non-investibile”, una black box di difficile comprensione e con una cultura tossica che è costata oltre $10 miliardi in multe ed ancora di più in reputazione. Tuttavia, non si può ignorare l’andamento del prezzo di mercato, ai minimi dai tempi della riunificazione delle due Germanie.



lunedì 5 agosto 2019

Stupid things fund managers do…

L’immagine qui sotto riporta i risultati della ri-elezione del consiglio di amministrazione di Colfax (CFX:US), un’azienda industriale americana. Tutti hanno ricevuto il solito consenso di 98% (e la logica già sfugge vista la performance degli ultimi 5 anni), con l’eccezione di un certo Thomas Gayner, che ha ricevuto ben 45% di voti contrari: forse la colpa dei risultati recenti è proprio sua!

mercoledì 24 luglio 2019

Bio-on: "house of cards"?

Altra notizia di oggi molto interessante: Quintessential Capital Management ha accusato accusato Bio-On (ON:IM) di essere un castello di carte. Il titolo ha chiuso con una perdita di 10%.

La tesi di QCM (tutti i documenti, alcuni in anche in italiano, sono disponibili qui) è che Bio-On sia "uno schema concepito per far arricchire il management alle spalle degli azionisti, un’azienda solo all’apparenza di successo ma in realtà una bolla basata su tecnologia improbabile e con fatturato simulato grazie ad un network di scatole vuote”. [Tutti questi termini sono presi dal sito di QCM linkato qui sopra].

QCM è famoso per aver rivelato lo scorso anno la truffa di Folli Follie: anche il quel caso di trattava di falsi ricavi.

Aston Martin: interessante “busted IPO” o troppi punti interrogativi?

[Premessa: volevo scrivere di Aston Martin ieri (martedì) – ed avrei fatto un figurone!, poi l’offerta su Atrium ha avuto la precedenza; oggi le azioni hanno chiuso a -26% a causa di previsioni per il 2019 ben inferiori alle attese. Le conclusioni rimangono tuttavia le stesse.]

Aston Martin Lagonda (AML:LN) è la famosa casa automobilistica britannica produttrice delle auto sportive tanto amate da James Bond. Nonostante il marchio molto conosciuto, ha fatto bancarotta ben 7 volte nel corso di poco più di 100 anni di storia e fino ad un paio di anni fa perdeva milioni di sterline.


martedì 23 luglio 2019

Acquisizione di Atrium European Real Estate

Questa mattina ATRS ha annunciato di aver accettato un’offerta di acquisto da parte di NB (2019), una controllata di Gazit-Globe che già possiede il 60% di ATRS. Il prezzo pagato sarà di €3,75 (tutto in contanti), che rappresenta un premio di circa 18% rispetto alla chiusura di ieri di €3,17. Prima della conclusione dell’operazione dovrebbe essere pagato anche un dividendo speciale di €0,60 (ma nessun dividendo ordinario), nel qual caso il prezzo di acquisto sarà ridotto della stessa misura.

La possibilità di un take-over da parte del gruppo di controllo è sempre stata una possibilità, discussa anche nei commenti di alcuni post: io sono uscito qualche settimana fa a €3,3 (pazienza, negli investimenti succede), ma il prezzo convenuto dimostra che nemmeno un acquirente privato vede così tanto valore negli assets sottostanti (o magari si dimostrerà l'affare del secolo?).

venerdì 12 luglio 2019

Aggiornamento: Boiron

Un anno fa avevo analizzato Boiron: con il prezzo attorno a €60 la mia conclusione era stata: “È a buon mercato solo se si assume una reversion verso gli utili degli ultimi 5 anni. Per il momento preferisco aspettare, e riconsiderarla se dovesse scendere sotto €40.” Poiché il prezzo ha continuato a scendere, può essere diventata un’occasione?

lunedì 8 luglio 2019

“Back from fishing”: aggiornamento portafoglio, alcune vendite ed alcuni acquisti (all-in sulla Germania)

Dopo un lungo periodo di assenza, un aggiornamento sull’andamento del portafoglio.

Grazie al rimbalzo dei mercati, la prima metà dell’anno è stata molto positiva (+10,1%), ma ben al di sotto del benchmark di riferimento (MSCI EMU Small/Mid caps +16,6%). Come si può vedere nella tabella sottostante, il portafoglio ha sotto-performato in ogni singolo mese con l’eccezione di maggio: in parte per la liquidità (allocazione media di 9%), in parte per le caratteristiche del portafoglio, che tende a rimanere indietro in mercati in rapida ripresa ed a tenere meglio quando questi precipitano (come successo a maggio). Non contiene praticamente niente che sia tech, e questo è il settore che - nel bene o nel male - ha determinato l’andamento dei mercati negli ultimi tempi.

venerdì 12 aprile 2019

La curva ha parlato: la fine è vicina!

La mia opinione sugli approcci basati sul prevedere correttamente l’andamento delle variabili economiche è nota: per un riassunto vedere qui. Tuttavia, avere una prospettiva bottom-up non significa ignorare i fattori macro-economici: ogni tanto mi dedico anch’io a queste considerazioni, con la premessa che questo post è molto lungo ma non ha una conclusione definitiva (chi la cercasse, può smettere di leggere adesso).

venerdì 5 aprile 2019

Letture per il week-end

Un must-read annuale: Credit Suisse Global Investment Returns Yearbook 2019 

Breve ma intenso: è stato bello finché è durato…
Amid Bitcoin Uncertainty, ‘the Smart Money Knows That Crypto Is Not Ready’

Cboe to stop listing bitcoin futures as interest in crypto trading cools 
“Goldman Sachs said it was opening a Bitcoin trading operation to serve clients. A year later, customer interest has been weak, and the bank has not received regulatory approval to buy and hold actual Bitcoins for customers.”
“The parent company of the New York Stock Exchange has been forced to delay the opening of the cryptocurrency exchange it announced last year, and there is still no clear sign of when it will get the approval needed from regulators.”
“The Chicago Board Options Exchange said last month that it was going to stop offering a Bitcoin trading contract that it started with great fanfare in late 2017.”
Chi si ricorda Enron? Un buon riassunto: Enron: 90s Inc. 

Qualche tempo fa questo era diventato un argomento di discussione: una clausola in un contratto di assicurazione che avrebbe consentito guadagni illimitati A Farmer Found a Trojan Horse Inside an Insurance Contract. Now He Might Bring Down the Canadian Insurance Industry.

Purtroppo la conclusione (legale) è stata a favore delle assicurazioni: Manulife Prevails in Trojan Horse Case 


In questo caso a rimetterci sono state le banche, più spesso sono gli investitori retail
How Almost $300 Million Vanished in a Black Hole for Deals in Asia

Speriamo.. Robots Won’t Kill the Fundamental Investor

The Man Who Would Take Down McKinsey

giovedì 28 marzo 2019

ALD: (semi)busted spin-off?

ALD (ALD FP) è lo spin-off della divisione leasing di Société Générale (GLE FP), che rimane l’azionista di controllo con una quota di 80%: dal prezzo di quotazione di €14,30 nel 2017 oggi naviga attorno a €12.

martedì 26 marzo 2019

Consumer dividends

Una delle notizie più discusse delle ultime settimane sono stati i risultati di Kraft Heinz (KHC): impairment del goodwill per $15 miliardi, prezzo crollato di 27% in un giorno (Buffett ci ha rimesso oltre $4 miliardi!) e dividendo ridotto di un terzo. Cosa è successo esattamente è ben descritto in questo post del prof. Damodaran.

lunedì 11 marzo 2019

Potenziali spin-off nel settore retail

Recentemente, c’è stato molto movimento nel settore apparel.

Ha cominciato il 28 febbraio The Gap (GPS:US), con l’annuncio dell’intenzione di separare il suo marchio Old Navy (più casual, orientato alla famiglia e di fascia più bassa) dagli altri marchi storici come Gap e Banana Republic.

mercoledì 13 febbraio 2019

TomTom: possibile target per un’acquisizione?

TomTom (TOM2:NA) è la nota azienda che fornisce mappe e tecnologie di localizzazione in tre segmenti:
  • Automotive (36% del fatturato): la fornitura di mappe e servizi quali informazioni sul traffico che sono integrati nelle auto, offerti con contratti di licenza a clienti come Fiat, Peugeot, Renault, Nissan e Volkswagen.
  • Enterprise (19%): simile ad automotive, ma utilizzato prevalentemente per applicazioni di geo-localizzazione governi, gestori di logistica e fornitori di servizi cloud. Tra i clienti vi sono Apple, Microsoft, Uber e Pitney Bowes.
  • Consumer (46%): tutti quei sistemi che forniscono direzioni di guida ed informazioni per i viaggi su strada.
Fino a poche settimane fa c’era anche il segmento Telematics - utilizzato nella gestione di flotte di veicoli ad esempio da parte di concessionarie, assicurazioni e società di leasing – che è stato ceduto, rendendo TomTom un pure play sulla mappatura dei dati.

martedì 5 febbraio 2019

Cattolica Assicurazioni: cosa ci ha visto Buffett?

Questa è una domanda retorica, visto che l’investimento è stato fatto da una delle aziende di Berkshire Hathaway, General Reinsurance, non direttamente da Buffett: ad ottobre 2017 GenRe ha acquistato il 9% della società venduto da Banca Popolare di Vicenza in liquidazione per circa €115 milioni (prezzo di acquisto di €7,35 rispetto a valori correnti attorno a €8,10).

Ma non vuole nemmeno essere arrogante, visto il track record e l’esperienza di BRK nel settore assicurativo. È piuttosto uno di quei casi nei quali qualcuno che conosce meglio l’azienda può aiutarmi a capire la tesi di lungo periodo: uno dei buoni propositi per il 2019 è proprio quello di discutere anche i work-in-progress, quando l’analisi non è ancora definitiva (in un senso o nell’altro) e magari trovare qualcuno con un’opinione differente.


venerdì 1 febbraio 2019

Letture per il week-end

Non ci voleva AI per capirlo…: Diversification is Causing Active Managers to Underperform. AI Could Fix It.

Si può dire “WTF???” Norway Drugmaker Turns Oil Trader And Quickly Loses Millions
 

A proposito di correlazioni: The Hot New Asset Class Is Lego Sets
Guess what? Not everyone loves the science. Trying to shoehorn Legos into model of factor returns strikes some people as a little silly and creates the potential for human judgment to distort findings. First among the hazards is the possibility that everything is explained by happenstance -- a criticism that looms over many factor models.
“If you think about all the academics in the world, there are a lot of them, and all of them are looking for something interesting to say and it’s always going to be related to the Fama-French factor,” said Roberto Croce, Managing Director, senior portfolio manager at BNY Mellon. “Someone is going to find something that is correlated. Purely by randomness that’s going to happen. I’d take it with a grain of salt.”
Expecting a Huge Payout, Investment Banker Loses His New Job Instead

CEOs Who Focus On ROIC (Return On Invested Capital) Outperform

The Best Hedge Fund Manager of All Time Is…

Stock-Pickers Don’t Know How to Sell

Populism + Weakening Economy + Limited Central Bank Power to Ease + Elections = Risky Markets and Risky Economies

How a Former Canadian Spy Helps Wall Street Mavens Think Smarter

The Best Investments of 2018? Art, Wine and Cars

giovedì 24 gennaio 2019

Metro Bank: un po’ di schadenfreude…

Schadenfreude: il piacere che deriva dalle sfortune degli altri

Metro Bank (MTRO:LN), già discussa un paio di anni fa, è una delle challenger banks nel sistema finanziario inglese. In realtà è molto diversa dalle dozzine di start-up che sono nate negli ultimi anni, molto più orientate alla tecnologia, alla condivisione ed all’offerta online: Metro Bank persegue al contrario una strategia vecchio stile basata sulle filiali (che sono chiamate stores) e sull’esperienza completa offerta al cliente. Come ben riportato da FT-Alphaville, è come una setta ed i suoi clienti sono dei veri e propri adepti.


lunedì 14 gennaio 2019

Screening, selezione degli investimenti, forum, buoni propositi e qualcos’altro

Riprendo un paio di commenti al post precedente per stimolare la discussione sulla selezione degli investimenti. Ovviamente le seguenti sono solo le mie opinioni personali.

Come spesso succede, è più facile andare per esclusione e cominciare da cosa non faccio.


venerdì 4 gennaio 2019

Performance portafoglio 2018 (e considerazioni sul blog)

Quello appena chiuso è stato un anno negativo per il portafoglio (-4,7%), con un bel -11% generato nei soli ultimi tre mesi: è una magra consolazione che il benchmark di riferimento, MSCI EMU Small/Mid caps, abbia fatto molto peggio (-15,4%). A titolo di esempio, MSCI Europe Small/Mid caps ha fatto un po’ meglio, -13,9%, mentre MSCI World Small/Mid caps (composto per quasi 70% da US e Giappone) è stato comunque negativo per -8,8%.
[Nota 1: il rendimento dell’indice è gross return, ovvero secondo la metodologia di MSCI calcolato reinvestendo il massimo livello possibile dei dividendi per un residente nel paese di domicilio dell’azienda che lo paga, ma senza altre tasse come withholding per non-residenti (come è invece in net return); allo stesso modo il portafoglio include la tassazione su dividendi e capital gains, ma i dividendi non sono reinvestiti e la liquidità rende zero.]