Riprovo l’esperimento tentato lo scorso anno, che ha suscitato qualche interesse ma poche risposte.
Il punto di partenza è che la scelta di un investimento dovrebbe essere basata sulla differenza tra prezzo di mercato e valore intrinseco (che, è vero, dipende da molti fattori). Ma, allo stesso modo di quello che succede quando conosciamo qualcuno, la decisione se ci piace o meno è spesso dettata dalla prima impressione che abbiamo: quel sentimento (di pancia?) che l’azienda X è amata/odiata dagli investitori, gestita bene/male, a bassa/alta crescita, ad elevato potenziale/con nessun futuro, … Quello che facciamo è stabilire sul momento se l’azienda in questione è “buona” o “cattiva”.
giovedì 28 luglio 2016
mercoledì 20 luglio 2016
Banche: il peggio deve ancora venire?
Per meglio argomentare, una grafico preso da un blog di Alhambra Investment Partners mostra l’ammontare di titoli di stato detenuti dalle banche italiane: all’ultimo rilevamento, €725 miliardi [in rapporto agli assets totali i numeri non sono molto differenti negli altri paesi europei, soprattutto in quelli periferici].
lunedì 18 luglio 2016
“Priceless”
In senso stretto, “Priceless: the hidden psychology of value” non è un libro sugli investimenti (dello stesso autore preferisco Fortune’s formula), quanto piuttosto una panoramica su come le persone reagiscono alla variabile più persuasiva che esista (il prezzo, appunto) e sulle strategie messe in atto da casino, supermercati, esperti di marketing, etc…, per massimizzare i profitti. Molte delle considerazioni contenute nel libro possono però essere estese dai mercati dei beni fisici ai mercati finanziari.
mercoledì 6 luglio 2016
Cosa è successo finora nel 2016
Un grafico per riassumere l’andamento di alcune asset classes nei primi sei mesi dell’anno.
In campo azionario, i migliori investimenti sono stati in quei settori/mercati che avevano sofferto nel 2015 (Brasile, energia, oltre a tutte le commodities); all’altro estremo, stanno andando male quelli che invece avevano brillato lo scorso anno (Italia, Francia, Germania, finanziari). Forse a sorpresa, regge bene UK, almeno in valuta locale: la svalutazione della sterlina ha invece detratto dalla performance per gli investitori globali.
In campo azionario, i migliori investimenti sono stati in quei settori/mercati che avevano sofferto nel 2015 (Brasile, energia, oltre a tutte le commodities); all’altro estremo, stanno andando male quelli che invece avevano brillato lo scorso anno (Italia, Francia, Germania, finanziari). Forse a sorpresa, regge bene UK, almeno in valuta locale: la svalutazione della sterlina ha invece detratto dalla performance per gli investitori globali.
lunedì 4 luglio 2016
Performance primo semestre 2016 ed aggiornamento portafoglio
È l’ora di bilanci per il portafoglio “ipotetico” iniziato nel 2014, soprattutto dopo un periodo caratterizzato da qualche sorpresa. Ricordo che la filosofia è di investire in small/mid-caps con buoni fondamentali ma spesso ignorate dal sell-side, con l’obiettivo di mantenerle per 2-5 anni e basso turnover. Il portafoglio è “attivo”, ma non “gestito”, nel senso che viene aggiornato solo sporadicamente (l’ultimo cambiamento è stato l’inserimento di BETT lo scorso febbraio, altre modifiche sono discusse più sotto).
Iscriviti a:
Post (Atom)