I rendimenti non comprendono i costi di transazione o la tassazione sui dividendi. I prezzi ed i dividendi di JZ Capital Partners e Kennedy Wilson (quotate in sterline) e BETT (quotata in franchi svizzeri) sono riportati in euro per una più diretta comparazione.
Il 2016 è stato fino ad oggi un periodo con poche soddisfazioni, solo 4 titoli hanno al momento una performance positiva (anche se complessivamente il portafoglio è andato meglio degli indici europei di small/mid-caps: da notare la performance del mercato italiano, che dopo un ottimo 2015 è tra i peggiori del 2016). Alcuni titoli hanno risentito della Brexit: Kennedy Wilson Europe tra tutti, ma anche Grenkeleasing, mentre JZ Capital Partners, pur essendo quotata a Londra, investe in US ed Europa continentale, ed è quindi salita nel mese di giugno: la performance negativa da inizio anno è dovuta al cambio della sterlina, non al prezzo. Altri continuano a soffrire per cause proprie (Leoni ed April soprattutto).
Questo invece è l’andamento mensile del NAV, inclusi i dividendi incassati (anche per il benchmark, ed è il motivo per il quale i numeri sono differenti da quelli qui sopra).
Il singolo mese peggiore per il portafoglio è stato quello appena concluso, giugno 2016: -5,5% rispetto a -6,4% per il benchmark. Il mese peggiore per il benchmark è stato invece gennaio 2016: -6,9%, ma solo -3,5% per il portafoglio. Non mi sorprende che il portafoglio tenda a sottoperformare in un mercato “euforico” (e viceversa), i mesi con la peggior performance relativa sono stati proprio quelli nei quali il benchmark è andato particolarmente bene: gennaio 2015 (bmk +8,2%, portafoglio +2,8%, relativa -5,4%) ed ottobre 2015 (bmk +7,7%, portafoglio +4,9%, relativa -2,8%), in entrambi i casi in concomitanza con annunci da parte della BCE.
Aggiornamento del portafoglio
Forse un po’ in ritardo, ma è il momento di intervenire sulla composizione: in particolare, ho deciso di vendere April (APR:FP) e Maison France Confort (MFC:FP).
Nel primo caso, non si tratta certamente di un successo: includendo i dividendi il rendimento complessivo è infatti -13% (e quindi ancora peggiore in termini reali, considerando tasse e costi di transazione). Questo è quello che dicevo nel 2014 sull’azienda:
“Società di assicurazioni basata su un modello di brokeraggio, April vende (anche attraverso il proprio network di financial planners) e gestisce contratti assicurativi personalizzati sottoscritti da altri assicuratori. Al momento sta soffrendo per la riforma delle regole nel settore sanitario francese, ma nonostante questo i risultati sono positivi ed in crescita. Per il basso capitale impiegato, uno dei migliori business model tra i titoli del settore finanziario.”Quella che ritenevo una sfida “gestibile” si sta rivelando invece una fase più lunga e difficile del previsto: i margini sono sotto pressione, i rendimenti in diminuzione e gli utili non sembrano essere in grado di tornare ai livelli pre-2013 (ed i bassi tassi d’interesse non aiutano). Per questi motivi ho deciso di accettare la perdita e reinvestire in migliori opportunità.
Per MFC la situazione è in parte simile ed in parte completamente diversa. Dal punto di vista dei risultati non potrebbe essere più differente: quasi +50% (inclusi i dividendi) dall’inserimento in portafoglio. A fronte di questo eccellente risultato, i fondamentali sono andati invece deteriorandosi (il numero di unità abitative ordinate è in costante diminuzione da 5 anni, -23% rispetto al picco del 2011): l’azienda rimane redditizia, ma a livelli ben inferiori rispetto al passato, e quello che trattava ad un P/E normalizzato di 10x è oggi ad un P/E normalizzato di 19x (e 33x sugli utili del 2015). La riprova che comprare “a poco” protegge il downside da situazioni avverse o da errori nell’analisi: anche in questo caso, preferisco vendere e cercare altre opportunità.
Altre aziende che non stanno facendo faville ma che ho deciso di mantenere (per quelle non citate non ho particolari considerazioni da fare):
- Thermadore: “noiosa” e poco sexy, ma anche resistente alle condizioni economiche (come MFC è molto esposta all’attività di costruzione in Francia) e con una valutazione contenuta.
- Leoni: nonostante il crollo a partire da metà 2015, i risultati recenti non mi sembrano così disastrosi come il mercato sembrerebbe implicare. Da monitorare, soprattutto perché potrei non aver capito bene la situazione.
- Kennedy Wilson Europe: con oltre metà portafoglio investito in real estate in UK, il titolo ha ovviamente risentito degli eventi delle ultime settimane.
- Fondi di private equity quotati: Spice Private Equity (SPCE SW); HarbourVest Global Private Equity (HVPE LN); NB Private Equity Partners (NBPE LN); Riverstone Energy (RSE LN)
- Alternative Asset Opportunities (TLI LN)
- Tetragon Financial Group (TFG NA) / Volta Finance (VTA NA)
- Bollorè (BOL FP)
- InterXion (INXN US)
Scusi ma perché non la sorprende che il portafoglio sottoperformi il mercato/benchmark quando questo é euforico?
RispondiEliminaCioè se il mercato è euforico, il portafoglio non dovrebbe partecipare a questa euforia più o meno in egual misura?
Grazie
Partecipa, ma solo in parte: il portafoglio è composto prevalentemente da azioni “poco eccitanti” (anche a livello mediatico), quando il mercato è particolarmente euforico aumenta anche il valore del portafoglio ma tende (per costruzione) a rimanere un po’ indietro, perché gli scambi si concentrano in azioni con altre caratteristiche. E viceversa avviene quando il mercato è più pessimista.
EliminaPer usare una metrica molto comune, ma in genere inutile, il beta del portafoglio è di 0,65 (rispetto al benchmrk indicato).
Lei ritiene PAH3.DE sia poco eccitante?
EliminaIl settore auto in generale non è tra quelli considerati "eccitanti" (con l'eccezione di Tesla, ma questo è un altro discorso).
EliminaMa poco eccitante non vuol dire investimento poco redditizio, anzi spesso è il contrario.