Il punto di partenza è che la scelta di un investimento dovrebbe essere basata sulla differenza tra prezzo di mercato e valore intrinseco (che, è vero, dipende da molti fattori). Ma, allo stesso modo di quello che succede quando conosciamo qualcuno, la decisione se ci piace o meno è spesso dettata dalla prima impressione che abbiamo: quel sentimento (di pancia?) che l’azienda X è amata/odiata dagli investitori, gestita bene/male, a bassa/alta crescita, ad elevato potenziale/con nessun futuro, … Quello che facciamo è stabilire sul momento se l’azienda in questione è “buona” o “cattiva”.
Il problema è che questa prima sensazione ha un impatto, voluto o meno, sul processo di valutazione: scegliamo selettivamente i dati che confermano la nostra impressione (confirmation bias), identifichiamo trend positivi/negativi dove non ci sono, facciamo espandere/contrarre i multipli, ignoriamo quelle metriche che non sono in linea con la nostra convinzione, … Se moltiplichiamo questo per tutti gli investitori, finiamo con l’avere un mercato veramente inefficiente, per lo meno a livello di singole aziende.
Quanto detto è alla base di questo esperimento (non una gara) di blind stock valuation: l’idea è di provare a separare la valutazione (quantitativa) dalle preferenze (spesso qualitative), ignorando la “storia” dietro all’azienda e qualsiasi preconcetto potremmo avere.
Ecco quindi alcuni selezionati dati sulle aziende (qui il file in formato excel):
- 5 note imprese industriali italiane: no finanziari (banche, assicurazioni, immobiliare, …), no utilities, no piccole aziende quotate su AIM
- Operano in settori differenti e con business model diversi, ma condividono molte caratteristiche (non posso ovviamente discutere i dettagli)
- Tutti i numeri si riferiscono all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2015, ma i valori relativi (margini, crescita, etc…) non cambierebbero di molto se fossero riferiti ad uno o due anni prima
- Per evitare che qualcuno cerchi di “indovinare” di quali aziende si tratta, inficiando quindi l’esperimento, ho ri-basato il fatturato a €1 miliardo, e normalizzato di conseguenza tutti gli altri valori
Quello che vorrei è la stima del valore intrinseco di ciascuna azienda (A: fair value X milioni; B: fair value X milioni; …), non il margine di sicurezza o il prezzo al quale comprereste questi titoli (“Io non pagherei più di 18x gli utili per B”), e nemmeno quanto potrebbero valere in operazioni di M&A/LBO per un acquirente strategico. Semplicemente il valore - in milioni di euro - che ritenete equo per la loro capitalizzazione di mercato. Ed ovviamente, la parte più interessante è spiegare come ci si è arrivati.
Provo ad anticipare alcune delle domande che sono state poste lo scorso anno:
- È richiesta una valutazione delle aziende, non la classifica in base alla loro attrattività (A è meglio di C che è meglio di E)
- Ognuno può scegliere come arrivare a questi valori: patrimonio, utili, FCF, multipli, DCF, … Parte dell’esperimento è proprio vedere le metodologie utilizzate da investitori diversi, ed eventualmente discutere i pro ed i contro di ognuna.
- I dati forniti sono volutamente pochi, ma secondo me sufficienti per una stima (anche se mancano molte informazioni essenziali: corporate governance, capacità del management di allocare il capitale, crescita organica vs. acquisizioni, prospettive del settore, …. Alcune informazioni “qualitative” non sono esplicite ma possono essere ricavate).
- L’idea è di seguire la massima di Buffett: “I'd rather be approximately right than precisely wrong” Ad esempio: sapendo che si tratta di aziende italiane, che valore utilizzereste per il tasso di sconto? Per la crescita, facciamo riferimento al passato recente?
Ti trasmetto il mio conteggio:
RispondiEliminaho calcolato il ROIC dividendo utile operativo e capitale investito
ROIC 24% 11% 6% 15% 11%
il ROE dividendo utile netto e capitale proprio
ROE 27% 11% 5% 11% 13%
La media tra i due valori è 25% 11% 5% 13% 12%
dopodichè facendo la crescita degli utili (compreso il reinvestimento dei dividendi) pari alla media dei due valori ho considerato il P/E/G di Peter Lynch pari a 1 (aziende convenienti).
In tal modo dette percentuali corrispondono ai livelli di P/E che sarebbe giusto pagare.
In tal modo i "fair value" che escono fuori sono i seguenti:
A) 2.251,49 B)1.222,46 C)251,03 D) 1.165,70 E) 357,48
ok, grazie: sei il primo!
Eliminadevo ammettere che però mi sfugge un passaggio: hai preso la media di ROIC e ROE, e questa assumi che sia la crescita degli utili (o del valore intrinseco) per sempre?
Ho presunto che la media di ROIC e ROE, considerata pari alla percentuale di crescita degli utili a tempo indeterminato, corrisponda al P/E giusto in base alla formula di Lynch Price/Earnings/Growth = 1.
EliminaSe non ricordo male il PEG minore o uguale di 1 era considerato da Lynch un segnale buy
mi spiace ma continuo a non capire: perchè ROE/ROIC dovrebbero rappresentare la crescita degli utili a tempo indeterminato? e quale azienda può crescere al 25% all'infinito?
EliminaCi provo, e correggetemi così imparo pure io qualcosa...
RispondiEliminaPer A, B, C, D, E, risultano nell'ordine i segg. rapporti:
a) Utile/fatturato 8,87%, 11,22%, 4,71%, 8,94%, 2,96%;
b) Debito/Ebit 150%, 277%, 595%, 175%, 605%;
c) Debito/mezzi propri 53%, 52%, 61%, 36%, 212%.
Farei questa classifica, dalla peggiore: E (troppo debito), D (meno debito ma ugualmente costoso, utili meno stabili), C (debito e brucia capitale), B (costo del debito e leva finanziaria minori), A (bassa spesa per interessi, l'alto cash flow finanzia cospicui investimenti fissi, sembra la migliore come indici di crescita sui 10 anni; forse in borsa sarebbe la più cara delle cinque). Saluti e grazie.
Grazie, ma come detto nel post non volevo la classifica delle 5 aziende: e' facile vedere quali sono le migliori "qualitativamente" (sopratutto quando saranno rivelati i nomi). Quello che vorrei e' la stima (per quanto approssivativa) di quanto valgono.
EliminaA) 1700 B) 1500 c) 300 d) 800 e) 150
RispondiEliminaGrazie
EliminaTi ho mandato una mail con le mie considerazioni per motivi di spazio. Non so se ti è arrivata...
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