lunedì 23 febbraio 2015

IPO di OVS

Lo scorso 16 febbraio è cominciata l’Offerta Pubblica di Vendita delle azioni di OVS, che si concluderà domani, martedì 24 febbraio.

L’offerta riguarda un totale di 101 milioni di azioni - 14 milioni messe in vendita dagli azionisti attuali e 87 milioni provenienti da un aumento di capitale - ad un prezzo indicativo compreso tra €4 e €5,4: il 10% dell’offerta (10 milioni di azioni) è riservata al retail italiano, mentre i restanti 91 milioni sono per gli investitori istituzionali. Sul totale di 227 milioni di azioni post-IPO, il flottante rappresenterà il 44,5% del capitale, con il restante 55,5% in mano al Gruppo Coin. Il flottante potrebbe salire fino a 49,3% in caso di esercizio della greenshoe.

mercoledì 18 febbraio 2015

Scommettiamo che…?

Nel 2008 Warren Buffett ha scommesso con Protégé Partners che su un orizzonte temporale di 10 anni un fondo passivo che replica l’indice S&P 500 avrebbe battuto la performance di un paniere di hedge funds scelti da Protégé. Una organizzazione no-profit scelta dal vincitore riceverà nel 2017 il premio di $1 milione messo in palio dalle due parti.

Dopo sette anni dall’inizio, Buffett è in ampio vantaggio: più precisamente, la performance cumulata del fondo passivo scelto da Buffett (Vanguard Admiral Shares) è stata alla fine del 2014 di 63,5% mentre il paniere di Protégé Partners ha al momento una performance di 19,6%. Non solo: con l’eccezione del primo anno (2008), nel quale il fondo Admiral perse 37% mentre il paniere di hedge funds solo 24%, l’investimento passivo ha battuto quello attivo in ciascuno dei 6 anni successivi.

giovedì 12 febbraio 2015

Rendimenti nominali negativi: chi è “l’idiota” che compra queste obbligazioni?

Come tutti ormai sanno, i rendimenti offerti dai mercati obbligazionari sono prossimi allo zero, se non addirittura negativi in termini nominali per i titoli di stato di quei paesi considerati più affidabili: non solo la Germania, ma anche i titoli di Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Olanda, Svizzera e Svezia offrono oggi un rendimento atteso (yield to maturity, YTM) negativo, in genere per le scadenze più vicine ma in alcuni casi anche per bond a 7-10 anni. Un po’ più sorprendente è che anche alcuni titoli corporate, come ad esempio le obbligazioni Nestlè, siano nella stessa situazione. 

lunedì 9 febbraio 2015

È perfettamente accettabile dire: “Non ne ho idea”

Non lo so”. Sentirsi rispondere queste tre parole da qualcuno che gestisce i nostri risparmi non ispira propriamente fiducia. In realtà è una risposta assolutamente accettabile (nonché spesso la migliore) a molte domande che gli investitori continuano a porsi.

Uno dei principi fondamentali dell’analisi bottom-up è di investire sulla base di quello che è conosciuto al momento dell’investimento, piuttosto che su congetture riguardo al futuro, per definizione imprevedibile: fare poche supposizioni rende il processo analitico e decisionale più robusto. Al contrario, le analisi top-down sono per loro natura dipendenti da un gran numero di previsioni sulle quali basare le scelte.

giovedì 5 febbraio 2015

Investimenti alternativi (IV): Inmobiliaria Colonial

Il titolo del post è forse fuorviante, in quanto non si tratta di un classico “investimento alternativo”, quanto piuttosto di un’altra opportunità nel settore distressed real estate in Europa, sul modello di Kennedy Wilson Europe Real Estate. In questo caso non si tratta di un fondo chiuso bensì di un REOC (Real Estate Operating Company, diversa da REIT, Real Estate Investment Trust) basato in Spagna, paese che ha (ri)cominciato recentemente ad attrarre l’attenzione degli investitori (non solo fondi di private equity), tra i quali Berkshire Hathaway, Soros, Gates ed altri come Simon Property.

martedì 3 febbraio 2015

Rendimenti dei mercati azionari (parte II)

La domanda che tutti continuano a porsi è: dopo alcuni anni di rendimenti positivi nei mercati azionari, cosa dobbiamo aspettarci da qui in avanti? Per chi è interessato ad una visione di lungo periodo, ripartiamo dal post precedente

Innanzitutto, facciamo una distinzione tra quello che possiamo aspettarci dal mercato in aggregato e dal portafoglio di stock-picking. Nel secondo caso i rendimenti sono (teoricamente) illimitati: si compra un’azione che va su del 20% in pochi mesi –molte lo fanno, in qualsiasi condizione economica -, si vende e si ripete il processo, garantendoci in maniera matematica di avere un rendimento del 50%+ all’anno senza problemi. Sappiamo però come questo sia difficile da fare, ed ancora di più da prevedere ex-ante.