martedì 13 aprile 2021

98% di ESG è fuffa!

Non mi riferisco a temi come climate change o sostenibilità, che sono assolutamente reali e molto importanti, quanto piuttosto a tutti quei prodotti che vengono venduti da banche ed asset manager perché sono di moda e fanno bene al proprio “marchio”, oltre che ai profitti.

ESG (che in maniera generica include tutto quello che va sotto il nome di investimenti responsabili, sostenibili, ad impatto, …) ha un obiettivo semplice: riorientare il capitalismo in modo più etico. Inizialmente una preoccupazione dei fondi pensione europei, è esploso negli ultimi anni a livello globale: solo nel 2020 sono stati lanciati 118 ETF ESG, e gli asset del settore sono triplicati.

E poiché questi criteri determinano sempre più l'allocazione dei capitali, gli investitori dovrebbero esaminare quali tipologie di aziende beneficiano dei flussi ESG e quali sono escluse. Come ben spiegato in questo report, non è tutto oro quel che luccica: un elevato rating ESG non è una certificazione di essere una buona (in tutti i sensi) azienda. [Nota: i rating ESG dei vari provider sono spesso differenti perché ciascuno utilizza le proprie metriche e metodologia, non esiste uno standard unico come invece avviene per i credit ratings, dove le varie agenzie sono sostanzialmente allineate.]

Ad esempio, le aziende con rating ESG migliori pagano meno tasse, che sono il singolo elemento maggiormente responsabile delle ineguaglianze sociali. In parte questo è dato dalla composizione settoriale: i fondi ESG hanno una maggiore esposizione a tech e healthcare dove predominano gli intangibles, che sono più difficili da tassare rispetto al lavoro. Le metriche su tax avoidance rimangono purtroppo una grave mancanza in questi ratings. E non solo: le aziende con i migliori rating ESG sono spesso non solo capital-light, ma anche human-light.

La conclusione è che gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico potrebbero peggiorare le altre crisi del nuovo millennio: automazione, disuguaglianze sociali e concentrazione monopolistica.

Un esempio pratico di nonsense
Blackrock ha recentemente lanciato un nuovo ETF chiamato “Carbon Transition Readiness”, disponibile sia nella versione azioni US che World ex-US. Cosa vi aspettereste di trovare in questo portafoglio: qualcosa che combatta i cambiamenti climatici? Qualche innovazione biofisica? Energia pulita? No, questa è la sua composizione attuale:
È vero che il fondo US costa solo 30 bps, ma con 3 bps potete comprare S&P 500 che è praticamente uguale: a parte una leggera sotto-esposizione a big tech, le prime 9 posizioni sono esattamente le stesse (alla decima S&P 500 ha Johnson&Johnson invece di Medtronic, con lo stesso peso).

Altri esempi di nonsense
Dire “dobbiamo rinunciare ai combustibili fossili per migliorare l’ambiente” è un ottimo slogan, ma metterlo in pratica è difficile: calcolare e confrontare la piena environmental footprint non è un esercizio diretto.

Consumatori ed autorità adorano i veicoli elettrici (EV) perché vedono solo il prodotto finale ed ignorano la fabbricazione delle batterie e di tutti i componenti. Da dove pensate vengano il cobalto e gli altri minerali rari usati nelle batterie? Ed il rame? Un’auto tradizionale richiede circa kg 20 di rame, una completamente elettrica oltre kg 80. Se la domanda di questi minerali aumenta di 10x nei prossimi 10 anni, non stai affatto rimuovendo l’impatto ambientale, ma solo spostandolo da un’alta parte dove continui a contribuire alla sua degradazione.
Per non parlare di Bitcoin, un tale disastro che dovrebbe essere considerato un crimine contro l'umanità. Il solo mining è sulla strada per consumare nel 2021 quasi la stessa quantità di elettricità di tutti i sistemi di trasporto combinati nel 2018. Secondo il Centre for Alternative Finance dell’Università di Cambridge, l’energia attualmente utilizzata per il mining di Bitcoin supera il consumo annuale di paesi come Norvegia e Olanda: Tesla deve vendere un sacco di auto elettriche per compensare il suo investimento…
Ed anche l’auspicato utilizzo quotidiano delle criptovalute è uno spreco: al momento, una transazione con Bitcoin richiede lo stesso consumo energetico di 550.000 transazioni con carte di credito

Potrebbe anche essere accettabile se tutta questa attività fosse alimentata da energie rinnovabili: tuttavia, la maggior parte del mining si svolge nel sud-est asiatico, una regione che genera la stragrande maggioranza della sua energia da centrali elettriche a carbone.
“No one cares about the G”
Ed ovviamente, nessuno si preoccupa della G (governance) in ESG: sarà una coincidenza che sia invece l’unica parte che si può misurare e valutare oggettivamente? Oltre ad essere quella più importante per assicurarsi che gli incentivi aziendali siano adeguatamente allineati con tutte le parti interessate.

La "E" e la "S" sono spesso false o semplici bugie.
 

5 commenti:

  1. E' un articolo che dovrebbe essere stampato a tutta pagina nelle copertine di Science oltreche' dei principali quotidiani. Sugli EV aggiungerei che anche l'inquinamento da consumo di carburante puro e' superiore ai veicoli tradizionali. L'energia elettrica bisogna produrla e spesso il carburante necessario e' piu' inquinante della benzina. Ma probabilmente il discorso di spostare i problemi senza risolverli e' proprio un obiettivo preciso. Magari in futuro l'energia verra' prodotta in alcuni paesi Asiatici o Africani o Sudamericani e trasferita in batterie da noi.

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Scusate rimetto il mio commento con una integrazione finale.

    40 anni fa = il mantra dell' alimento integrale, la "fibra", ecc. (che poi è pagare la buccia della mela, delle patate et similia). 20 anni fa = il mantra del "Bio" (scaffali con verdure a prezzi +30% del corrispondente non certificato, ecc.), così le mamme sono contente di nutrire "responsabilmente" i pargoli.

    5 anni fa = all electric/environmental friendly, e a morte il fornello a gas della cucina.
    A me pare marketing concertato per continuare ad usare i combustibili fossili facendo elettricità invece che energia cinetica, direi.
    Se penso a tutte le infrastrutture che forzatamente dovranno essere cambiate o modificate per questo nuovo dogma ho le vertigini.

    Al commento precedente aggiungerei che le batterie faranno più probabilmente il tragitto contrario, cioè da noi all'Africa, pattumiera del mondo Hypocritically Correct.

    Detto questo - per non uscire dall'ambito finanziario del blog - anche il marketing della finanza cavalca l'onda del momento.

    A noi come investitori resta la selezione dei soggetti in grado di di sfruttare in maniera profittevole la tendenza, metterei tra questi anche i petroliferi o i detentori di grandi reti di distribuzione di gas/(e idrogeno?), e nel lungo termine pure le utilities che scaricheranno sul cliente gli eventuali maggiori costi. Ciao

    RispondiElimina
  4. Dall'ex CIO di Sustainable Investing a Blackrock (https://eu.usatoday.com/story/opinion/2021/03/16/wall-street-esg-sustainable-investing-greenwashing-column/6948923002/):

    “As the former chief investment officer of Sustainable Investing at BlackRock, the largest asset manager in the world with $8.7 trillion in assets, I led the charge to incorporate environmental, social and governance (ESG) into our global investments. In fact, our messaging helped mainstream the concept that pursuing social good was also good for the bottom line. Sadly, that's all it is, a hopeful idea. In truth, sustainable investing boils down to little more than marketing hype, PR spin and disingenuous promises from the investment community.”

    RispondiElimina
  5. Bellissimo post! Io ho toccato con mano un esempio di questo "ambientalismo di facciata", guardando i componenti di un fondo "Sustainable Water and Waste", con come maggior partecipazione un'azienda che tratta rifiuti conferendoli per il 40/50% in discariche... E purtroppo di esempi simili ce ne sono migliaia...

    RispondiElimina