- 13 nuove azioni per ogni 5 “vecchie” azioni possedute (ordinarie e/o di risparmio)
- Prezzo di sottoscrizione: €8,09
- I diritti possono essere esercitati dal 6 al 23 febbraio (ma sono negoziati solo fino al 17 febbraio)
- Lo sconto sul TERP (Theoretical Ex-Rights Price) è di 38% rispetto al prezzo di mercato del 1 febbraio
valore diritti = (13/5)*(€12,10-€8,09)=€10,43
Poiché al momento di scrivere il prezzo di mercato dei diritti (ISIN: IT0005239311, ticker: UCGAZ) è di €10,22, non sembrano esserci grosse opportunità di arbitraggio (vendere allo scoperto l’azione e comprare i diritti), come era prevedibile in un’operazione di queste dimensioni. Per gran parte dei prossimi giorni è probabile che i diritti continueranno a trattare ad uno sconto (piccolo o grande) rispetto al loro valore teorico, perché non sempre è possibile effettuare l’operazione di puro arbitraggio, soprattutto per gli investitori retail.
Per chi avesse i diritti, ricordatevi che molti intermediari richiedono una conferma sull’esercizio o meno ben prima della scadenza ufficiale (anche una settima prima): controllate con la vostra banca, perché non tutti possono aspettare l’ultimo giorno per decidere cosa fare.
Dal punto di vista di un investimento di lungo periodo, la questione è più complessa. Negli ultimi mesi il nuovo CEO Jean Pierre Mustier ha lavorato per riposizionare la banca: ha venduto le partecipazioni non-core (Pekao in Polonia, Pioneer e parte della quota in Fineco) e ha cominciato a cedere i non-performing loans ad investitori esterni. Secondo il nuovo piano strategico, l’obiettivo è di un ROTE di 9% nel 2019 ed un utile netto di €4,7 miliardi (che equivale ad un P/E sui valori odierni di 6x, quindi abbastanza cheap). UCG mantiene ancora una certo “brand”, non solo in Italia ma anche in Germania, e negli ultimi due anni ha sottoperformato Intesa (in rosso) di oltre 40%, quindi c’è spazio per recuperare:
Detto questo, non ho nessuna particolare view su UCG, e sono sempre molto scettico sugli obiettivi a 3-5 anni nelle operazioni di ristrutturazione (MPS ha fatto qualcosa come 4 o 5 nuovi piani strategici pieni di buone intenzioni, e sappiamo come è finita).
pena ci possano essere dei fattori di rischio per chi utilizza come broker Fineco, del gruppo unicredit? Anche se dovrebbe essere la "good bank" del gruppo unicredit, circolano voci che detenga una montagna di obbligazioni in pancia di unicredit a interessi di favore, così che un ipotetico fallimento (se non ci fosse nemmeno un salvataggio pubblico) di unicredit trascinerebbe nel baratro anche Fineco. Pensa sia uno scenario possibile o deltutto irrealistico? Conosco persone che se ne preoccupano. E' una semplice fobia collettiva?
RispondiEliminaL'aumento di capitale di Unicredit è stato sottoscritto per intero, quindi non ci sono più preoccupazioni per la sua solvibilità.
RispondiEliminaQuello che dice di Fineco e delle obbligazioni Unicredit è vero, ma se lei usa Fineco solo come broker non si deve preoccupare: i suoi investimenti sono comunque sempre separati dal patrimonio di Fineco, anche in caso di ipotetico fallimento di Fineco o della capogruppo.