martedì 5 maggio 2020

Airlines (II)

JETS (JETS:US) è un ETF gestito da US Global Investors che come implica il nome investe nell’industria aerea a livello mondiale anche se con una decisa preponderanza di US: 41% del portafoglio è nella 4 grandi aerolinee US ed un ulteriore 20% nelle 5 più regionali. Non mi è chiaro come siano selezionati i titoli, visto che l’italiana ENAV, con una capitalizzazione di €2 mld, ha un peso superiore a Ryanair che capitalizza €10 mld.


Data la sua natura, questo ETF non è mai stato molto popolare tra gli investitori, avendo vivacchiato nell’ultimo anno attorno a $50 milion in AuM: la performance da inizio anno è stata ovviamente brutale, ma nonostante questo dal mese di marzo ha attratto ben $600 milioni di nuovi influssi!
Fonte: Bloomberg

Poi arriva il week-end del meeting annuale di Berkshire Hathaway ed i commenti di Buffett (“You’ve got too many planes”), ed lunedì (ieri) JETS apre in ribasso di 10%...

Fonte: Bloomberg

Una sintesi di quello che Buffett ha detto sulle aerolinee:

  • Ha venduto le partecipazioni non perché qualcuno ha cambiato il target price o abbassato le stime per l’anno in corso; ha venduto perché ha capito che ha fatto uno sbaglio
  • Ha speso tra $7 e $8 miliardi per acquistare circa 10% in ciascuna delle 4 principali aerolinee US dalle quali pensava di poter ottenere circa $1 miliardo di utili operativi l’anno (→ uno yield di 12%-14%).
  • È stata una decisione basata sulle probabilità, ossia di ricevere un ammontare attraente di utili da questo paniere: oggi è chiaro che non sarà più così
  • In media queste 4 aerolinee avranno bisogno di prendere a prestito tra $10 e $12 miliardi ciascuna: gli utili disponibili per gli azionisti saranno pertanto più bassi, e questi soldi andranno prima o poi restituiti, quindi con il rischio di dover procedere ad un aumento di capitale
  • "We took money out of the business basically even at a substantial loss, and we will not fund a company where we think that it’s going to chew up money in the future.”
  • Non ha idea se i passeggeri torneranno ai livelli precedenti in due o tre anni, al momento c’è molta incertezza
Buffett è stato molto criticato per questo investimento, e probabilmente a ragione viste le sue precedenti considerazioni sul settore. Ma ha fatto la cosa giusta: appena ha capito che la sua tesi era sbagliata ha venduto nonostante fosse in perdita.
“We prepare ourselves for problems that sometimes create their own momentum. I mean 2008 and 2009, you didn’t see all the problems the first day. […] There are things to trip other things, and we take a very much a worst case scenario into mind that probably is a considerably worse case than most people do.”
Diverso da quanto fatto nel 2008, seppure molti investimenti di quel periodo siano stati molto redditizi:
“I made some other already-recognizable errors as well. They were smaller, but unfortunately not that small. During 2008, I spent $244 million for shares of two Irish banks that appeared cheap to me. At year end, we wrote these holdings down to market: $27 million, for an 89% loss. Since then, the two stocks have declined even further. The tennis crowd would call my mistakes unforced errors.” (Dalla lettera del 2009)
I migliori investitori non sono quelli che non sbagliano mai, bensì quelli che realizzano presto quando la loro tesi è cambiata: una cosa che invece io non ho ancora imparato a fare (vedi Eurobank Ergasias, JZ Capital Partners, …).

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