Sono finalmente riuscito a finire “The Prize” di Daniel Yergin, opera monumentale (800 pagine!) sulla storia del petrolio: dalle prime esplorazioni del “Colonnello” Edwin Drake a Titusville, Pennsylvania, nel 1859 fino ai giorni nostri, passando per lo Standard Oil Trust di John D. Rockefeller (dalla quale sono derivate tutte le majors americane), lo sviluppo di Messico e Venezuela e le loro nazionalizzazioni, le scoperte in Medio Oriente (Iraq, Iran, Kuwait, Arabia Saudita), la nascita dell’OPEC e le crisi energetiche degli anni 1970.
Lettura altamente consigliata per tutti coloro che sono interessati a capire il ruolo del petrolio nelle economie moderne e soprattutto la relazione tra domanda ed offerta dal punto di vista “politico-economico”, non geologico.
lunedì 25 gennaio 2016
venerdì 22 gennaio 2016
Variabili non-predittive (parte II): beta game
“È proprio così, per ogni trend, per ogni mercato al rialzo, c’è l’ETF giusto, anzi il più delle volte c’è l’imbarazzo della scelta. Tra replica fisica e replica sintetica, tra accumulazione e distribuzione dei dividendi, tra cambio coperto (su base giornaliera o mensile) e aperto, ed in taluni casi con o senza leva, e con strategia smart beta al posto del classico approccio market cap.”
Iniziava così l’editoriale di qualche mese fa di un magazine specializzato in ETF, un'industria che è cresciuta in maniera esponenziale: quelli disponibili su Borsa Italiana sono oggi oltre 700, tutti presentati per offrire una specifica, e spesso esotica, esposizione ad un determinato segmento del mercato.
Iniziava così l’editoriale di qualche mese fa di un magazine specializzato in ETF, un'industria che è cresciuta in maniera esponenziale: quelli disponibili su Borsa Italiana sono oggi oltre 700, tutti presentati per offrire una specifica, e spesso esotica, esposizione ad un determinato segmento del mercato.
lunedì 18 gennaio 2016
Variabili non-predittive, e perché anche la divinazione perfetta non aiuta
Tesi: la maggior parte delle variabili macroeconomiche considerate un elemento essenziale nei modelli di valutazione (crescita del PIL, livello di occupazione, tassi d’interesse, prezzo del petrolio) portano spesso a scelte sbagliate e detraggono, anziché aggiungere, dalla performance del portafoglio.
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giovedì 7 gennaio 2016
Banche ed obbligazioni: una storia portoghese
Così come il “salvataggio” delle 4 banche italiane, negli ultimi giorni ha fatto scalpore una caso analogo (o peggiore?) avvenuto in Portogallo.
La storia riguarda Novo Banco, creata come “good bank” dal salvataggio e conseguente smembramento della più grande banca lusitana, Banco Espirito Santo, nell’agosto 2014. L’idea era poi di fondere Novo Banco, apparentemente la parte sana ma poco capitalizzata, con un istituto più solido: il “Portuguese Resolution Fund” ha investito €4,9 miliardi, ma i rumours di mercato indicavano che le offerte pervenute al governo erano circa €2 miliardi inferiori e pertanto non sono state giudicate sufficienti.
La storia riguarda Novo Banco, creata come “good bank” dal salvataggio e conseguente smembramento della più grande banca lusitana, Banco Espirito Santo, nell’agosto 2014. L’idea era poi di fondere Novo Banco, apparentemente la parte sana ma poco capitalizzata, con un istituto più solido: il “Portuguese Resolution Fund” ha investito €4,9 miliardi, ma i rumours di mercato indicavano che le offerte pervenute al governo erano circa €2 miliardi inferiori e pertanto non sono state giudicate sufficienti.
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martedì 5 gennaio 2016
Performance portafoglio 2015
sabato 2 gennaio 2016
Performance e valutazioni dei mercati azionari
Due tabelle per riassumere come sono andati i mercati azionari nel 2015 e quali sono le loro attuali valutazioni.
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